Un nuovo scontro tra maggioranza e opposizione si è consumato nell’Aula del Senato, dove questa mattina il centrosinistra aveva già pesantemente criticato il premier Meloni per le sue parole contro alcune parti del Manifesto di Ventotene e contro l’Ue che da questo si sarebbe generata. Poco più tardi, a far nuovamente insorgere le opposizioni è stato il voto sul Ddl riguardante l’Intelligenza Artificiale.
Un provvedimento necessario ad affrontare alcuni aspetti cruciali della questione, tra cui la strategia nazionale, le autorità, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali. L’obiettivo è quello di rendere l’Italia un Paese più sicuro e allo stesso tempo permettere ai cittadini di prendere parte ai passi in avanti compiuti dalla tecnologia, sempre in sicurezza. Nel testo, infatti, si propone anche una delega al governo per adeguare l’ordinamento italiano al Regolamento UE su temi come l’alfabetizzazione dei cittadini in materia di IA e la formazione degli iscritti da parte dei vari ordini professionali.
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Il ddl è stato approvato con 85 voti favorevoli e 41 contrari ed ora passerà alla Camera per l’approvazione definitiva. Il passaggio che ha però infuriato il centrosinistra riguarda la possibilità che i dati personali dei cittadini italiani possano essere trasferiti su server esteri, in particolare negli Usa e in Cina. L’ipotesi è nata dalla decisione della maggioranza di bocciare l’emendamento presentato dal Pd, a prima firma dei senatori Basso e Nicita, che prevedeva che questi stessi dati, gestiti dall’IA, restino su server italiani o su tecnologie satellitari controllate dall’Italia.
Il Pd dopo il voto sul Ddl IA: “Da dove è arrivato il ‘no’ all’emendamento?”
A seguito del voto contrario alla proposta, i democratici hanno deciso di chiedere chiarimenti alla maggioranza. “Ci devono dire cosa c’è di strano in questo emendamento“, ha infatti tuonato il senatore Francesco Boccia, ricordando che il valore della norma è quello di proteggere i dati degli italiani. I senatori del Pd hanno poi sottolineato come su questo tema vi sia stato un improvviso cambio di prospettiva da parte della maggioranza.
“Il sottosegretario Butti ci dica da dove è arrivato il no all’emendamento, e cosa c’è dietro“, ha chiesto Boccia, affondando poi sul caso Paragon e sulle incertezze che ancora campeggiano su questo caso. Durissime anche le parole del M5S, espresse da Stefano Patuanelli che ha dichiarato che quanto avvenuto non sarebbe altro che “una svendita della sicurezza nazionale“.
“Durante l’esame del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, una telefonata da Palazzo Chigi sarebbe arrivata dritta al sottosegretario Butti“, ha invece sostenuto la vicepresidente del gruppo M5S al Senato Alessandra Maiorino, sottolineando che “i sovranisti della Domenica si sono trasformati in obbedienti soldatini esecutori, ridotti a semplici comparse“. Il Movimento ha poi chiesto ulteriori chiarificazioni, al fine di comprendere il motivo del voto contrario della maggioranza: “Chigi ordina e la maggioranza esegue sotto dettatura. Ma nell’interesse di chi? Degli italiani o degli amici americani di Giorgia Meloni?“.
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