Dazi, l’allarme di Mattarella: “Mercati ostili portano conflitti”. Giorgetti: “Minacciano la stabilità”

Entrambi gli interventi hanno tentato di portare alla luce l'erroneità della politica trumpiana, che rischia di modificare irrimediabilmente l'assetto economico dell'Occidente, e non solo, riportando l'Italia alla situazione di quasi un secolo fa

5 Min di lettura

L’era dei dazi potrebbe rivelarsi catastrofica. Questo è il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno lanciato in due luoghi e occasioni ben diverse. Se il primo ha trattato dei pericoli che correranno i prodotti italiani nel corso dl 44esimo Forum della cultura dell’olio e del vino della Fondazione italiana Sommelier a Roma, il secondo si è concentrato sulla necessità di porre maggiore attenzione allo sviluppo dei dazi e delle cripto valute nei mercati italiani ed esteri.

Il messaggio di fondo è stato in entrambi i casi il bisogno di continuare a tutelare le eccellenze italiane, sia da attacchi esterni che interni. Mattarella ha sottolineato la possibilità di agire attraverso il dialogo, al fine di evitare che la politica italiana risenta eccessivamente della guerra commerciale messa in atto da Donald Trump; mentre Giorgetti ha voluto mettere l’accento sulla formazione, sempre più indispensabile, di personale qualificato che sia in grado di rispondere ai bisogni dell’epoca attuale, ormai caratterizzata da evoluzioni in campo tecnologico senza precedenti.

Entrambi gli interventi hanno tentato di portare alla luce l‘erroneità della politica trumpiana, che rischia di modificare irrimediabilmente l’assetto economico dell’Occidente, e non solo, riportando l’Italia alla situazione di quasi un secolo fa. Il nostro Paese è infatti uno dei maggiori esportatori di prodotti negli Usa, per cui le tariffe imposta da Trump potrebbero rivelarsi insostenibili e dunque fatali per alcuni settori della nostra industria.

Mattarella: “I mercati contrapposti generano gravi conflitti”

Il discorso del Presidente della Repubblica si è concentrato sull’ipotesi, presentata dallo stesso Trump, che le tariffe Usa possano colpire i prodotti vinicoli italiani. “Si valuta che i prodotti Dop, cibo e vino, valgano intorno al 20% dell’intero fatturato agro-alimentare, di cui larga parte alimenta le correnti export, metà delle quali, a loro volta, sono rivolte fuori dalla Unione Europea“, ha infatti sottolineato Mattarella, chiarendo che quanto sta accadendo oggi rischi di riportare nel Paese “protezionismi immotivati” e una “chiusura del mercato dal sapore incomprensibilmente autarchico“.

In questo senso, il capo dello Stato ha sottolineato come l’Italia non può permettersi di produrre solamente per l’autoconsumo, in quanto questo tipo di economia la porterebbe indietro nel tempo fino ai primi anni del ‘900. Inoltre, le tariffe Usa avrebbero anche il rischio di dare un ulteriore spinta al mercato dell”italian sounding“, ovvero delle imitazioni dei prodotti italiani.

“Nella storia la contrapposizione tra mercati ostili ha condotto ad altre più gravi forme di conflitto”, ha avvertito il presidente, ricordando come invece i commerci e l’interdipendenza sono solitamente elementi di pace, in quanto i mercati aperti producono una fitta rete di collaborazione tra Paesi diversi e lontani.

Giorgetti: “I dazi e le cripto minacciano la stabilità”

Il discorso di Giancarlo Giorgetti si è invece concentrato sui pericoli che l’economia italiana corre in relazione all’utilizzo delle tariffe doganali e delle cripto valute, ovvero strumenti che possono essere utilizzati come una vera e propria arma e che, in quanto tale, dovrebbero preoccupare anche la politica internazionale. I governi infatti devono adattarsi a queste novità, cercando di capire in che modo gestirle, creando una sempre maggiore interconnessione tra politica ed economia.

Dobbiamo evitare che tali ‘armi non convenzionali’ vengano usate in modo da  minare la stabilità e la giustizia a livello mondiale“, ha spiegato il titolare del Mef, chiarendo che questi strumenti ad oggi sono in grado di ridisegnarsi gli equilibri e le dinamiche finanziarie globali. Giorgetti ha quindi sottolineato il delicato e complicato quadro geopolitico ed economico che ci troviamo a vivere, mettendo in luce come l’imposizione dei dazi attualmente non rappresenti più una semplice scelta economica, ma anche il tentativo di condizionare le politiche internazionali.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo