Cresce l’ipotesi di una sfida a tre che potrebbe vedere vincitrice l’unica donna tra i candidati
Daniela Bianchini sarebbe la probabile vincitrice della corsa alla vicepresidenza del Csm. In tal caso verrà riconosciuta come la prima in 60 anni di storia, consegnando per la prima volta alla destra il vertice di Palazzo dei marescialli. La partita giocata da Bianchini, Pinelli e Romboli è comunque ancora da giocare.
Una partita ancora aperta
La partita resta aperta. Sul tavolo c’è un grande nodo da sciogliere: la presunta ineleggibilità di alcuni dei dieci laici eletti dal Parlamento, a partire da alcuni dei principali contendenti. La sfida si dovrebbe giocare tra il costituzionalista Roberto Romboli, eletto su indicazione del Pd, e gli avvocati Daniela Bianchini, candidata da FdI, e Luigi Pinelli, in quota Lega.
I dubbi sui candidati
Romboli rappresenta la maggiore incognita nonostante il sostegno della sinistra. Costituzione e legge stabiliscono che i componenti laici eletti dal Parlamento devono avere almeno 15 anni di esercizio effettivo della professione forense o di professore ordinario di diritto. I dubbi nascono proprio su questo frangente: il fatto che il professore, allievo di Alessandro Pizzorusso, è già in pensione.
Grande attenzione anche sul fronte Bianchini. Esperta di diritto di famiglia, membro del Centro Studi Livatino, tra i cui “sponsor” ci sarebbe il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I dubbi saranno sciolti dalla Commissione verifica titoli.
Domani la Commissione consegnerà le sue conclusioni prima del voto sul vicepresidente. Se le riserve sui titoli saranno superate, Romboli e Bianchini giocheranno la partita – almeno stando alle indiscrezioni che al momento darebbero meno chances a Pinelli, avvocato padovano, difensore di Armando Siri e di Luca Morisi e membro con Luciano Violante della fondazione Leonardo. E se non interverrà un accordo, di grande importanza sarà il gruppo di Unicost, che con i suoi quattro consiglieri potrebbe essere determinante.
