Le offensive israeliane in Libano preoccupano l’Occidente intero, che continua ad osservare una possibile nuova escalation man mano formarsi sotto ai suoi occhi. Missili, razzi, droni e bombe quotidianamente sconvolgono il territorio libanese, traumatizzando e purtroppo uccidendo civili innocenti. Proprio in quel territorio, in missione di pace, si trovano migliaia di soldati italiani, appartenenti alla missione Unifil. Concittadini che per il momento resteranno in Libano, come predisposto dalle Nazioni Unite.
Mentre i civili italiani sono stati invitati a lasciare il territorio attaccato da Israele il prima possibile, i militari non hanno ricevuto alcun ordine di evacuazione. Lo ha confermato oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha però sottolineato che le operazioni di evacuazione avranno inizio solo nel caso in cui la situazione dovesse precipitare. Sembrerebbe, infatti, che per il momento le zone in cui si trovano i nostri militari non sono state in alcun modo attaccate.
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Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che per primo ha rassicurato l’Italia sulle condizioni dei suoi soldati in Libano, ha infatti dichiarato che il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Israel Katz, gli avrebbe garantito che “non ci saranno attacchi dove ci sono i nostri militari“. Al momento sembrerebbe che questo accordo sia stato rispettato, ma allo stesso tempo potrebbe sembrare che le autorità italiane non vogliano fare piani a lungo termine, nella consapevolezza delle tensioni crescenti sul territorio.
Crosetto: “I nostri soldati non sono l’obiettivo degli attacchi“
Il ministro della Difesa ha quindi oggi chiarito che i militari italiani che si trovato in Libano al momento non stanno correndo alcun rischio. Il contingente italiano nel territorio attaccato è composto da circa mille soldati che si trovano sulla Blue Line, ovvero la striscia di terra che separa Israele e Libano e che è considerata una zona cuscinetto. Questi soldati sono parte della missione Unifil dell’Onu, che ha avuto inizio 46 anni fa, e sono guidati dal generale Stefano Messina. Oltre a questi mille militari, per l’Italia sarebbero presenti altri 200 soldati a Beirut, nell’ambito della missione bilaterale Bimil.
Questi professionisti sono ora la priorità dello Stato italiano, che ne deve garantire la sicurezza e l’incolumità. Secondo Guido Crosetto, non sarebbero loro “l’obiettivo degli attacchi” ma i pericoli che li riguardano solo alti perché “l’incremento del livello e dell’intensità degli scontri ne rende possibile il coinvolgimento accidentale“. Secondo il ministro, quindi, l’unica possibilità di mantenere al sicuro i nostri soldati prevede l’impegno dell’Italia in un’operazione di de-escalation, che contribuisca a diminuire la tensione e a “creare le condizioni per riaprire il dialogo e avviare la mediazione“.
Crosetto: “La situazione non presenta criticità immediate“
Il ministro Crosetto ha tentato di rassicurare la popolazione, sostenendo che al momento per il contingente Unifil e per gli altri soldati presenti sul territorio libanese sembrerebbe “non esservi una criticità immediata con riferimento ai nostri militari e al personale nazionale, anche se la situazione è estremamente delicata“. Il ministro ha poi sottolineato di essere in stretto e quotidiano contatto sia con il generale Stefano Messina, sia col capo di Stato maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone.
I colloqui sono serrati anche con il comandante del Covi (Comando operativo di vertice interforze), Francesco Figliuolo, e con i colleghi ed omologhi dei Paesi medio orientali coinvolti nelle tensioni. L’obiettivo è infatti quello di mantenere la situazione sotto controllo, così che possa intervenire con prontezza nel caso in cui la situazione dovesse aggravarsi. Quindi, anche se al momento non sembrerebbe esservi la possibilità di una evacuazione, sarebbero pronti diversi piani che permetterebbero l’allontanamento repentino dei nostri soldati e dei civili “qualora la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi“. Sembrerebbe che siano state valutate vie di fuga che prevedono l’utilizzo di aerei e navi presenti nel Mar Mediterraneo orientale.
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