“Da soli siamo una piccola Nazione. Dobbiamo abbattere l’egoismo, lavorare per guardare avanti, con la Nato, l’Europa. Basta egoismi“, con queste parole il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è intervenuto a Pratica di Mare nel corso della cerimonia per il 102esimo anniversario dell’Aeronautica militare. Un’occasione sfruttata per tirare le somme di un periodo complesso come quello attuale e per chiarire quali sono i passi e le prospettive dell’Italia all’interno dell’Ue.
Lo stesso presidente della Repubblica, nel corso dell’incontro con una delegazione dell’aeronautica militare, avvenuto ieri in Quirinale, ha voluto sottolineare come sia arrivato il momento che la Nato e l’Unione europea mettano da parte eccessive riflessioni per prendere decisioni che dal punto di vista della Difesa non sembrano più rimandabili.
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Crosetto: “È finito il secolo delle grandi democrazie”
Nel corso del suo intervento, il ministro della Difesa ha sottolineato che il periodo attuale è caratterizzato da grandi cambiamenti che rischiano di trovare l’Ue e l’Occidente impreparati. Crosetto ha infatti sottolineato che ad oggi sembra finito “il secolo delle democrazie” e sembra invece aprirsi “l’epoca delle grandi potenze“. Questo significa che la storia politica si sta avvicinando ad un giro di boa, che potrebbe cambiarne l’aspetto per sempre.
“Nel futuro conteranno la ricchezza, la popolazione, il peso militare, il numero di materie prime di cui si dispone“, ha infatti spiegato il ministro, ponendo l’accento sulle priorità che dovranno essere perseguite già nell’immediato futuro. In passato, a seguito della conclusione dei conflitti mondiali, l’Europa ha conquistato sempre più spazi sociali per i suoi cittadini, divenendo “un faro, perché sapeva offrire a un numero più ampio di cittadini un certo numero di diritti: salute, sanità, istruzioni“, ovvero diritti non affatto banali.
Ad oggi, però, in un quadro che appare completamente diverso, l’Europa deve “imparare a cambiare velocemente e ad adeguarsi a quello che succede, prevenendo le minacce“. Un compito che ad oggi per le forze armate sembra ancora più complesso, a causa del quadro di instabilità e incertezza in cui si trovano ad operare.
“A noi è dato portare avanti il nostro compito: costruire la difesa dell’Italia, costruire la difesa delle libere istituzioni, presidiare la democrazia, lo dobbiamo fare anche quando la strada che abbiamo davanti non si vede, perché c’è nebbia“, ha quindi sostenuto il titolare del ministero della Difesa, spronando i militari presenti a perseguire il loro compito, anche a fronte delle difficoltà.
L’Europa e l’Italia quindi devono imparare a cambiare sguardo, per adeguarlo alla situazione attuale e per comprendere con certezza quali sono le priorità su cui è necessario concentrarsi, tralasciando quindi i fattori che in passato si sono rivelati cruciali ma che oggi sono passati in secondo piano. “Abbiamo la necessità di discernere, di capire anche quando è difficile capire, ed è una responsabilità ulteriore. Ne abbiamo più di altri perché noi siamo la Difesa“, ha concluso il ministro, sottolineando l’importanza che giorno dopo giorno continuano ad assumere i comporti militari, anche alla luce dei progetti su cui sta lavorando l’Ue.
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