Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato l’attacco ucraino nella Regione russa di Kursk, dove da due giorni proseguono i combattimenti che avrebbero inasprito un conflitto che ormai prosegue da quasi due anni e mezzo. L’improvvisa offensiva ucraina avrebbe preoccupato l’opinione pubblica globale, già interessata e impegnata ad evitare un escalation dei conflitti in Medio Oriente. Il ministro ha dichiarato fermamente che l’Italia non ha rifornito Kiev con armi che possono essere utilizzate sul territorio russo, perché il nostro Paese non è in guerra con la Russia.
Crosetto non ha potuto però evitare di sottolineare la gravità dell’attacco, che “prevedrà un ulteriore peggioramento della Russia sul fronte ucraino e quindi allontanerà sempre di più la possibilità di un cessate il fuoco, che è la precondizione per un percorso di pace“. Parole dure che testimoniano le difficoltà di una guerra di cui non si vede ancora la fine all’orizzonte, nonostante gli sforzi dell’Occidente per trovare una via che porti alla fine dei combattimenti e al ritorno della pace nelle due Nazioni dell’Est Europa.
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Crosetto: “Bisogna ripristinare le regole del diritto internazionale“
Guido Crosetto ha sottolineato che dal suo punto di vista “nessun Paese deve invadere un altro Paese” e che tale linea di pensiero deve essere mantenuta anche in questo specifico caso. Il ruolo dell’Italia, in questa vicenda, è quello di “dichiarare che deve cessare l’attacco russo che le regole del diritto internazionale devono essere ripristinate“, il tutto per evirare di “vedere un conflitto che diventa ancora più duro, che si sposta in territorio russo“.
Il ministro della Difesa ha poi evidenziato che “le armi che ha fornito l’Italia possono soltanto essere utilizzate dal punto di vista difensivo” e allo stesso tempo “quelle che potrebbero essere utilizzate in un altro modo non possono essere utilizzate, quindi non hanno la possibilità per essere utilizzate in un territorio russo“.
Crosetto, però, ha voluto anche mettere l’accento sul fatto che “il problema di questa nuova tattica, non è quello di capire se ci sono armi italiane in questo nuovo attacco, perché non ci sono” ma “la drammaticità di questa vicenda è il passo in più verso la difficoltà di raggiungere la pace“. Il ministro ha concluso il suo intervento dichiarando che “se vogliamo arrivare alla pace non dobbiamo incentivare altri impatti ulteriori di guerra“.
Crosetto: “Il ritardo dell’attacco dell’Iran deriva dalla pressione da tutto il mondo“
Il ministro Crosetto è stato interpellato anche sulla questione medio orientale e sul pericolo che un’offensiva dell’Iran nei confronti di Israele possa causare l’escalation sul territorio che tutti temono. Crosetto ha dichiarato di voler rimanere “positivo“, nella speranza che “le cose non peggiorino come in Ucraina“. Secondo il ministro della Difesa, comunque, il motivo del “ritardo” della risposta bellica dello Stato islamico è da ricercare nelle azioni internazionali.
“Il temporeggiare iraniano deriva dalla pressione che tutto il mondo, non solo quello arabo, ha fatto perché tutti si rendono conto che ogni passo in più diventa un passo che non consente ritorno” ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto.
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