Medio Oriente, Crosetto: “Chiesto l’intervento dei Carabinieri a Gaza”

Il ministro ha sottolineato che nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno richiesto l'intervento di 200 carabinieri a Gerico, in Cisgiordania, per formare le truppe palestinesi

Redazione
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Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in occasione della cerimonia di avvicendamento del nuovo Capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano, ha annunciato che “oggi a Gaza è richiesto il nostro intervento dei carabinieri italiani“. Una notizia che non giunge come nuova, in quanto il ministro nei giorni scorsi aveva dichiarato che gli Stati Uniti avevano chiesto al nostro Paese l’invio di 200 carabinieri a Gerico, in Cisgiordania, affinché svolgessero attività di formazione delle forze palestinesi.

La tensione in Medio Oriente continua a crescere e i Paesi dell’Occidente sembrano sempre più coinvolti nel conflitto, anche se a distanza. I tavoli negoziali con i mediatori non si fermano, anche se la possibilità di una conclusione diplomatica del conflitto al momento sembra piuttosto lontana. Proprio all’interno di questo contesto, quindi, si colloca l’intervento dei Carabinieri italiani, a supporto delle truppe palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

Crosetto: “Le forze armate devono continuare ad evolversi

Nel corso del suo intervento alla celebrazione svoltasi all’aeroporto di Ciampino a Roma, il ministro della Difesa ha sottolineato l’importanza di un continuo sforzo da parte delle forze armate, affinché queste siano sempre preparate agli imprevisti e ai pericoli. “La difesa deve essere pronta per proteggere infrastrutture critiche e deve sviluppare la capacità di rispondere autonomamente a minacce di ogni tipo sia di natura offensiva che difensiva” ha infatti dichiarato Crosetto, sottolineando che “la corsa all’innovazione tecnologica diventa quindi essenziale per mantenere un vantaggio competitivo“.

In questo senso, quindi, le forze armate italiane devonocontinuare ad evolversi“, affinché rimangano sempre un “baluardo della democrazia e della libertà” e con l’obiettivo di sapere sempre “distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è“. In questo modo, quindi, sarà possibile garantire “un futuro democratico al Paese“, attraverso “lavoro, investimenti e sviluppo tecnologico“.

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