La caduta del regime di Basher al-Assad in Siria, grazie all’azione dei ribelli filo-turchi, non è solamente il risultato di un’azione repentina portata avanti dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham, ma è anche la conseguenza “dell‘indebolimento dell’Iran, dei suoi proxy, in primis Hezbollah, e della Russia, alle prese con il fronte ucraino“. Questa è la tesi del ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato da La Stampa, con cui ha trattato nel complesso del quadro globale che i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente stanno dipingendo. Crosetto non si dice “pessimista“, ma allo stesso tempo sottolinea l’impreparazione e la conseguente debolezza dell’Unione europea, ormai incapace di prendere una decisione unitaria e soprattutto “afona su ogni tema o crisi internazionale“.
L’escalation siriana è la fine, o forse una tappa mediana, di un percorso lungo su cui l’Ue non è riuscita ad intervenire. Ora, quindi, bisognerà comprendere in che modo affrontarne le conseguenze. “Erdogan ha in mano un risultato che persegue da anni, ma che non pensava così vicino“, ha infatti sostenuto Crosetto, ricordando che ora il leader turco avrà il potere di “chiudere i rubinetti verso l’Ue“, visto anche l’indebolimento della stessa comunità europea. Con Francia e Germania che affrontano una profonda crisi politica e con i problemi economici che affliggono gli Stati membri, l’Ue rischia di rivelarsi troppo debole per poter affrontare un pericolo come quello turco.
“Questo contesto regala potere a Erdogan“, spiega quindi il ministro, sottolineando che il leader di Ankara potrebbe sfruttare la situazione per “puntare all’ingresso in Europa“. La situazione siriana e turca va poi inserita in un quadro di instabilità globale e quindi va analizzata, tenendo in considerazione le conseguenze che potrebbe avere sui restanti conflitti. “In Libano, con il collasso della Siria e la crisi di Hezbollah, il quadro peggiora“, ha infatti sostenuto Crosetto, ricordando poi come Putin abbia allo stesso tempo perso un “asset strategico, che gli consentiva di muoversi nel Mediterraneo come se fosse un mare russo“.
Di fronte ad una situazione complessa e ramificata come quella che si sta dispiegando davanti agli occhi dell’Ue, questa deve divenire consapevole della necessità di una preparazione, di un intervento, che permetta gli Stati membri di essere preparati. “Dobbiamo impedire a tutti i costi una nuova guerra“, ha sostenuto il ministro della Difesa, ricordando l’importanza dell’obiettivo del 2% del Pil per la spesa militare e in generale “un impegno maggiore nell’azione diplomatica e un percorso parallelo per la ricerca della pace e del ripristino del diritto internazionale“.
Crosetto: “C’è bisogno di altri segnali per capire se dobbiamo difenderci?“
Crosetto quindi non si definisce allarmista, ma allo stesso tempo riflette attentamente sulle possibili conseguenze che i vari conflitti potrebbero avere sull’Europa in generale e sull’Italia in particolare. La guerra deve essere evitata ad ogni costo, ma allo stesso tempo c’è da tenere in considerazione le spese per organizzare una difesa che sia in grado di rispondere ad eventuali attacchi. “Se arrivasse un attacco missilistico come quello su Israele? Che accadrebbe? C’è bisogno di altri segnali per capire che dobbiamo difenderci?“, si chiede Crosetto, per poi chiarire di essere stanco di ricevere accuse su una sua presunta matrice bellicistica.
“Sono due anni che la Nato parla di 2,5-3%. L’Italia deve affrontare seriamente il tema e non nascondersi dietro presunti obblighi perché ce lo chiede la Nato o Trump“, ha tuonato il ministro, sostenendo che la retorica del centrosinistra per cui tali fondi andrebbero utilizzati per sanità e istruzione non regge, in quanto “se non si difende la democrazia non ci sono ospedali, scuole, musei“. Crosetto ha quindi sottolineato che dal suo punto di vista l’Ue deve “scorporare le spese di difesa dal patto di stabilità” e che se questo no dovesse avvenire si dovrà comunque spendere di più, per preparare l’Ue ad ogni possibilità.
Il grande passo in avanti su questo fronte, secondo il ministro della Difesa, sarà compiuto grazie alla presenza di Raffaele Fitto all’interno della Commissione europea. “L’Ue è la bella addormentata nel bosco, è l’Europa delle burocrazie, in mano a gente mai uscita dal grande raccordo anulare di Bruxelles“, ha sostenuto Crosetto, evidenziando come questi ritardi, queste disattenzioni potrebbero comportare conseguenze ben più gravi di quanto si immagini. “Avanti così e Trump, col suo approccio sulla deregulation, ci travolgerà come uno tsunami“, ha chiosato Crosetto.
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