Crosetto azzera le chiacchiere sulla Difesa italiana

In un colloquio con Il Foglio, il Ministro della Difesa svela i retroscena in merito a minaccia russa, eserciti europei in Ucraina e pacifismo, collocando nella Nato la soluzione alla pace

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Riarmo o difesa? Questo il cardine su cui gira attualmente il dibattito politico in merito al ReArmEu di Ursula von der Leyen e le annesse posizioni di Giorgia Meloni. In conversazione con Il Foglio, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha declinato la linea perseguita dal Governo che vede doveroso l’investimento dell’Unione europea nella Difesa e vuole prendere sul serio il nuovo equilibrio geopolitico sintonizzato dal leader russo, Vladimir Putin e il Presidente a stelle e strisce, Donald Trump. Il tutto, evitando che gli europei perdano un proprio ruolo dopo che verrà definito il futuro dell’Ucraina.

A Guido Crosetto va riconosciuta la veggenza di aver sostenuto la necessità italiana di lottare nel contesto europeo per poter spendere di più sulla difesa, evitando di far ricadere quelle spese sul calcolo del deficit, ancora prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca e ancora prima dell’annuncio del piano di riarmo. Il Ministro della Difesa esplicita, così, la direzione verso cui vuole andare l’Italia, considerando il piano europeo come un’ottima opportunità da sfruttare per investire nella Difesa. Un passaggio e una presa di posizione del Governo che deve però essere ben formulata affinché non si offra modo ai partititi più anti europeisti di “buttare benzina sul fuoco per monetizzare due voti in più“.

Un ragionamento, quello di Crosetto che ritiene essere estremamente concreto, secondo cui “bisogna avere la possibilità di spiegare che la svolta europea non è bellicista, non riguarda le sole armi, ma riguarda un approccio nuovo, riguarda una consapevolezza“, non solo tecnica o finanziaria ma anche politica. Ovvero, rafforzare gli investimenti in difesa anche nell’ottica di allinearsi il più possibile a quelle che sono le indicazioni della Nato, una “necessità dettata dalla consapevolezza che difendersi è il prerequisito dell’esistenza di una nazione e anche di una democrazia“.

Spostando lo sguardo sul fronte atlantico, Crosetto avverte che nel momento in cui gli Stati Uniti, “fratello maggiore che ci ha protetto in questi anni” comunica che potrebbe venir meno il loro sostegno, è necessario organizzarsi di conseguenza. Così, occorre rendere più solida e forte l’Ue, e “non autonoma perché sarebbe impossibile“, come lo è rinunciare alla protezione americana e alla sua deterrenza nucleare.

Inoltre, il Ministro della Difesa chiama all’attenzione sul fatto che la Russia diventerà un pericolo a tutti gli effetti, al di là di come finiranno le trattative sull’Ucraina. Dunque, dice Crosetto, Mosca resterà in un assetto di guerra anche dopo l’eventuale trattativa di pace e “non capire che nel nuovo mondo la minaccia russa sarà una costante significa creare le condizioni per avere una pace non duratura“.

Ma cosa vuol dire effettivamente spendere in Difesa? Il Ministro in poche battute rende le idee chiare: “Significa dare ai paesi europei, prima di tutto, la possibilità di avere la capacità missilistica per difendersi da un attacco“.

Rispetto ai possibili scenari di accordi di pace che potrebbero essere raggiunti, Crosetto si dice scettico per il “movimentismo dei così detti paesi volenterosi“, ossia Regno Unito e Francia, che intendono inviare in Ucraina eserciti dei paesi europei, a prescindere da quello che faranno gli Stati Uniti, “non per questioni politiche ma per questioni in merito“. Una mossa di cui Crosetto spiega l’inefficacia strategica con un semplice esempio: “Avete mai visto fare un progetto per l’arredamento di una casa di cui non conoscete il progetto?“. Prima di una trattativa, non si può parlare di soluzioni militari in quanto sono necessarie pazienza, lungimiranza e obiettivi concreti.

E quindi, se “più difesa uguale più democrazia e libertà, la soluzione è un impegno della Nato in Ucraina, nonostante non piaccia alla Russia e l’Unione “deve fare tutto il possibile per non dividere l’Occidente” come l’Italia “farà di tutto affinché nel futuro ucraino ci sia l’unico ombrello che può garantire la sicurezza” anche della democrazia.

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