La riunione del Dialogo strategico sul futuro del settore automotive ha portato con sé numerose novità nel settore della produzione di auto europea, con l’obiettivo di rendere la transizione energetica ed ecologica meno brutale per le industrie e forse salvare un settore che sembra essere sempre più in difficoltà. La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha infatti annunciato che nel mese di marzo presenterà un emendamento riguardante le sanzioni nei confronti delle aziende che non hanno raggiunto gli obiettivi di conformità sugli standard di CO2.
“Le aziende automobilistiche avranno tre anni invece che uno per adeguarsi a questi standard“, ha annunciato nel punto stampa che ha fatto seguito alla riunione, sottolineando che comunque gli obiettivi del Regolamento resteranno gli stessi. La decisione di far slittare le sanzioni riguarda invece le richieste di quelle realtà che ad oggi farebbero fatica ad allinearsi agli obiettivi posti dall’Ue.
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La scelta dell’Ue ha soddisfatto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che in una nota ha dichiarato che “la Commissione ha dato ragione all’Italia“, annunciando lo slittamento delle multe che “avrebbero determinato il collasso del settore“. Secondo il ministro, dunque, questa decisione avrebbe di fatto salvato l’industria dell’auto europea, permettendo quindi di concentrarsi sui processi per il raggiungimento della “piena neutralità energetica, dell’autonomia strategica nella produzione di batterie e sul piano di incentivi europei“.
Sul caso si è espressa anche la Lega, che in una nota ha dichiarato che la commissione Ue avrebbe “ascoltato l’Italia con grave ritardo“. Inoltre, secondo il Carroccio ora sarebbe il momento di “azzerare la follia della messa al bando dei motori benzina e diesel dal 2035“.
Von der Leyen: “Daremo più respiro alle imprese dell’automotive”
Von der Leyen ha poi annunciato che il prossimo mercoledì verranno pubblicati i punti principali del piano stipulato appositamente per il settore dell’automotive, confermando quindi l’intervento urgente per garantire una certa flessibilità alle industrie di produzione dell’auto. Per quanto riguarda le emissioni di Co2, la presidente ha annunciato che “gli obiettivi rimarranno gli stessi“, ma lo slittamento delle multe permetterà di “dare più respiro all’industria“.
La presidente della Commissione Ue ha poi specificato che saranno accelerati i lavori riguardanti la “revisione dei target 2035 con la piena neutralità tecnologica“, ma ad essi si affiancheranno anche piani per alleanze strategiche che aiutino il settore. Nello specifico, è stata annunciata “un’alleanza industriale” per lo sviluppo di software, chip e tecnologia di guida autonoma, al fine di sviluppare “auto e batterie made in Europe“.
Inoltre si proseguirà con la semplificazione normativa della burocrazia, anche per produrre batterie che rispondano alle esigenze economiche degli acquirenti. “Non possiamo permettere che i veicoli elettrici diventino più costosi, ma non possiamo nemmeno permetterci di creare nuove dipendenze“, ha quindi chiarito Von der Leyen, spiegando che tra gli obiettivi dell’Ue vi è anche quello di inserire gradualmente i requisiti di contenuto europei per le celle delle batterie e per i componenti.
L’Ue ha anche riconosciuto la necessità di dare uno scossone al settore “del software e dell’hardware per la guida autonoma“, perché la concorrenza in questo settore è ormai spietata. La commissione è quindi convinta di voler sostenere anche questo ambito specifico, al fine di permettere alle aziende di “mettere in comune le risorse” per continuare a lavorare su questi progetti in maniera condivisa.
Al contempo, secondo le parole di Von der Leyen, l’Ue perfezionerà i test e le regole di distribuzione oltre a supportare il lancio di “piloti su larga scala per la guida autonoma“, al fine di portare “i veicoli autonomi sulla strade europee più velocemente“. Un piano complesso che però sembra aver messo al centro le necessità del settore dell’automotive europeo e che dovrebbe tener conto dei bisogni dei produttori e coinvolgere maggiormente l’Ue sia nella semplificazione della burocrazia che nel sostegno stesso alla produzione.
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