Cospito, il governo e il rischio di rinforzare il legame tra anarchici e mafiosi 

Davide Fosteri
2 Min di lettura

Carfagna di Azione riflette sugli sviluppi del caso dell’anarchico al 41 bis e stigmatizza il comportamento della maggioranza: “Un governo serio non cerca rischi inutili” 

Il rischio che la polarizzazione delle posizioni non faccia altro che favorire la criminalità, è ormai evidente. Mentre l’apparato di sicurezza dello Stato è sempre più in allerta per gli attacchi in diversi punti del mondo contro le ambasciate e le postazioni riconducibili al governo di Roma, e mentre si rende necessario aumentare anche i livelli di guardia nei confronti di rappresentanti del governo, ecco che la politica riflette su dove questi scenari potrebbero portare a breve termine. 

Chi si avvantaggia dallo scontro politico 

Quel che è certo è che finora lo scontro politico innescato dalle parole di Giovanni Donzelli, l’esponente di Fratelli d’Italia che ha rilanciato la notizia della visita dei quattro parlamentari del Pd all’anarchico Cospito, ha prodotto soltanto un innalzamento della guardia sul fronte della sicurezza. La maggioranza accusa il Pd, il partito più tirato in ballo in questo contesto, di aver favorito in qualche modo l’anarchico e il suo mondo, proprio attraverso la visita in questione; di contro, i Dem – e anche altri partiti di opposizioni, in primis Avs – chiedono accessi agli atti e parlano di sgarbo istituzionale rispetto a quanto rivelato da Donzelli. Posizioni polarizzate, l’una contro l’altra: la conseguenza non è l’arrivo a una sintesi, ma l’inasprimento degli animi che porta a nuovi attacchi sul campo da parte degli anarchici. A chi giova quindi lo scontro politico? 

La posizione di Mara Carfagna 

Sulla vicenda interviene anche Mara Carfagna, presidente di Azione. “Sul caso Cospito hanno sbagliato completamente l’approccio. Se c’è il rischio di saldature tra anarchici e boss mafiosi contro il 41 bis, un governo serio chiama a raccolta tutti. Non crea scontri frontali che avvantaggiano i nemici dello Stato, per attaccare gli avversari politici”. 

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