Alla Cop29 di Baku, la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha sottolineato l’importanza di affrontare la sfida del cambiamento climatico con un approccio pragmatico e lungimirante, pur riconoscendo che i benefici delle politiche adottate potrebbero non essere immediatamente visibili. Durante il suo intervento, Meloni ha dichiarato: “Come per ogni Cop, spetta a noi determinare se questa conferenza sarà un successo o un fallimento. Sappiamo che potremmo non beneficiare personalmente dei risultati degli sforzi che stiamo facendo. Ma questa non è la cosa importante“. Un’affermazione che esprime chiaramente un atteggiamento orientato al bene comune e al futuro delle prossime generazioni.
Essendo madre, la presidente Meloni ha aggiunto che la sua motivazione principale nell’impegno per il clima è garantire un mondo migliore per sua figlia e per tutte le generazioni future. Ha citato il filosofo William James, che invita a “agire come se quello che fai faccia la differenza, perché la fa”, enfatizzando l’importanza dell’impegno individuale e collettivo, pur senza aspettarsi vantaggi immediati. Questo punto di vista, orientato al pragmatismo e alla responsabilità intergenerazionale, ha trovato ampio risalto nel contesto della lotta globale contro il cambiamento climatico.
Le parole della Meloni
Nel suo discorso, Meloni ha ribadito anche la necessità di considerare la sostenibilità dei sistemi produttivi e sociali nel processo di decarbonizzazione. L’Italia, ha sottolineato, non si sottrarrà alla responsabilità di agire contro il riscaldamento globale, ma ha evidenziato che è necessario trovare soluzioni che non compromettano l’equilibrio socio-economico. “Dobbiamo proteggere la natura e l’uomo“, ha affermato, chiarendo che un approccio eccessivamente ideologico e non pragmatico potrebbe rischiare di deviare dalle vere soluzioni.
Un tema ricorrente nell’intervento della premier è stato anche il bisogno di cooperazione internazionale. In particolare, Meloni ha sottolineato la centralità della collaborazione tra paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dalla COP29. Ha ricordato come l’Italia stia già destinando una parte consistente dei fondi del suo Fondo per il Clima, che supera i 4 miliardi di euro, a favore dell’Africa, contribuendo a iniziative come il Fondo Verde per il Clima e il Fondo per le perdite e i danni, con l’intento di sostenere le nazioni più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.
Meloni e il ruolo dell’Italia
La presidente del Consiglio ha anche espresso l’intenzione di rafforzare il ruolo dell’Italia nella diplomazia energetica, con l’obiettivo di promuovere un maggiore scambio di risorse e tecnologie tra il Nord e il Sud del mondo. Un aspetto che è strettamente legato al Piano Mattei per l’Africa, una strategia che punta a intensificare la cooperazione sul fronte energetico, partendo dall’idea che il nesso tra clima ed energia rappresenti un’opportunità straordinaria per migliorare le condizioni di vita di milioni di persone.
Per quanto riguarda le tecnologie necessarie alla transizione energetica, Meloni ha sostenuto l’idea di un “mix energetico equilibrato”, che non si limiti alle sole energie rinnovabili, ma che includa anche altre soluzioni come gas, biocarburanti, idrogeno e tecnologie di cattura della CO2. La premier ha incluso tra le priorità anche il nucleare da fusione, una tecnologia che potrebbe rappresentare un punto di svolta in quanto capace di produrre energia pulita, sicura e praticamente illimitata, ponendo l’Italia in prima linea in questa ricerca.
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