Il Parlamento europeo dà il via libera al ReArm Europe, il piano per la difesa dell’Europa presentato dalla commissione Ue. La risoluzione passa con una larghissima maggioranza e in una votazione politicamente ingombrante, Elly Schlein, Segretaria del Pd, non solo si continua ad allontanare dal Pse ma cade anche in minoranza nel proprio partito, dove solo in dieci seguono le sue vedute e si astengono.
Una vicenda non passata in sordina e che Giuseppe Conte ha prontamente colto per affondare sui dem “in forte difficoltà”, nonostante ritenga che sia necessario “andare in casa altrui a fare considerazioni”. Quindi, il leader pentastellato, a Il rosso e il nero, su Radio Rai Uno, ha “francamente” posto l’attenzione sulla sua coerenza ma non riesce a fare a meno di sostenere che “l’astensione è cosa incomprensibile”. Ciò che il Presidente del Movimento 5 Stelle intende rimarcare è il “non mi pronuncio” dei dem di fronte “a una von der Leyen che spreca 800 miliardi in armi”. Conte però non si dice allineato neanche alle parole di Romano Prodi che sostiene sia un “primo passo” ma per l’avvocato pugliese si tratta di un passo sbagliato.
Tecnicamente non si tratta di un’approvazione vera e propria ma di un “ok” a una risoluzione, non vincolante, con cui il Pe invita la Commissione di von der Leyen ad agire con urgenza per garantire la sicurezza Ue oltre a verificare la possibilità di introdurre investimenti militari su larga scala.
Come il M5S anche la Lega ha deciso di votare contro alla risoluzione, ma Conte giudica Matteo Salvini e Carroccio ritenendoli privi di credibilità, “sposano e votano tutte le mozioni e le iniziative guerrafondaie e belliciste, ma in Tv parlano in modo contrario”. Quindi, il leader pentastellato avrebbe svelato le carte leghiste, ovvero “un gioco di ruolo per rubare voti alla Meloni”.
Una serie di considerazione, dunque, quelle di Conte per far perpetrare che nella linea del Movimento su Ucraina e Riarmo vive una comunità “compatta e che ieri ha votato coerentemente” a posizioni univoche, nella coerenza e nella linearità. Motivo per cui, per l’ex premier risulta scontato che “una volta che hai elaborato chiavi di interpretazione non ci possiamo permettere incertezze e ambiguità”. La linea pentastellata accompagnerebbe inoltre la “parte ragionevole del Paese, che si rende contro che il piano di riarmo è una presa in giro, perché stanno facendo credere che da lì passi la nostra sicurezza”. L’esito della votazione del Pe, per Giuseppe Conte, è “in realtà una reazione isterica di governanti che per tre anni hanno fallito tutto”.
Ma neanche il Presidente del Consiglio passa inosservata al leader 5S che spara a zero sottolineandone ogni sua mossa e scelta. “Sono tre anni – secondo Conte – che Meloni ha solo azioni e linguaggio bellicisti”, e “scommette sulla vittoria militare della Russia”, mentre adesso afferma di appoggiare percorsi di pace. Quindi, a suon di ipocrisia meloniana, Conte afferma che la premier non avrebbe compiuto alcun passo concreto verso una direzione negoziale.
La motivazione del voto contrario pentastellato, Conte lo incarna nel fatto che il piano ReArmUe sia “inaccettabile e folle” perché rappresenta il “paradosso della sicurezza”, ossia, invece di creare un futuro di dialogo e mediazione, si sta aprendo la strada alla pace con le armi, dove il progetto presentato da Ursula von der Leyen, contribuirà a creare più tensioni. Il leader dei 5s avverte inoltre che l’aumento del debito per la difesa significherà anche “tagli ai servizi sociali, all’assistenza sanitaria e all’istruzione”. In assoluto, il piano di riarmo Ue è “una presa in giro” da parte di governanti che non vogliono tornare a dire ai cittadini “abbiamo fallito”.
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