Un duro botta e risposta tra il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte e il giornalista Bruno Vespa. L’ex premier non ha rinunciato a richiedere l’aiuto del pubblico
Il palco di Manduria trasformato in un ring, un duro botta e risposta tra il giornalista Bruno Vespa e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Al forum in masseria, il giornalista, infatti, ha incalzato a più riprese sulle posizioni espresse dal presidente del Movimento 5 Stelle, contrario all’invio di armi nella guerra in Ucraina.
Il botta e risposta
Il ring-confronto tra Conte e Vespa. L’ex premier infatti, è arrivato a chiedere l’aiuto del pubblico: “Dovete applaudire più forte e farvi sentire. Dovete venire alla nostra iniziativa del 17 giugno. Il rischio è di un conflitto nucleare. Il tema è questo da porre al tavolo dei nostri alleati. Questa strategia dove ci sta portando? Ci potete garantire che non avremo un escalation dopo tutte queste forniture di armi? Ci garantite un ombrello antiatomico di copertura? Stiamo entrando noi in guerra. Non sarebbe stato più saggio sedersi a un tavolo di negoziato, che non significa arrendersi, coinvolgendo la Cina e la Santa Sede. Io ho sentito dire che il Papa deve stare a casa sua. Lei ha sentito che Putin non vuole mediare?” dice Conte rivolgendosi a Vespa.
Leggi Anche
Da qui Vespa ha poi subito domandato: “Per lei è irrilevante che un paese sovrano venga invaso”? la risposta di Conte non tarda ad arrivare: “Così mi offende. Con questa domanda mi offende, perché allora torniamo al filoputiniano? Mi vuole dare del filoputinano? Allora mi offende e offende la posizione politica, strategica geopolitica di un intero Movimento che da subito ha capito per primo quello che sta accadendo. Purtroppo noi stiamo andando incontro a una guerra a oltranza”.
“Lei al posto di Zelensky si siederebbe a un tavolo di trattative con 4 aree del paese occupate”? chiede il giornalista. Conte ha poi affermato: “Zelensky è lì e si sta difendendo, rimane in tuta mimetica e sicuramente sta diventando un eroe per il suo Paese ma grazie alle nostre forniture. Zelensky non può decidere lui a quali condizioni c’è il tavolo negoziale. Tutti noi lavoriamo per sostenere la sua sovranità territoriale. Sembra che ormai dobbiamo rinunciare al welfare per sostenere le forniture militari”.
I toni si placano solo alle domande in merito ai temi di politica interna.
© Riproduzione riservata