Il leader della Lega, Giuseppe Conte, ha inaugurato il 2025 con una nuova critica nei confronti del governo Meloni, stavolta incentrata sull’aumento delle bollette e dei prezzi a cui i consumatori andranno incontro nel corso del nuovo anno. “Una batosta tutta a carico dei cittadini“, ha infatti esordito il pentastellato, sottolineato che oltre all’aumento dei prezzi del gas, e di conseguenza della bolletta dell’energia elettrica, gli italiani dovranno fare i conti anche con l’aumento degli importi delle tariffe per le tratte autostradali e per l’assicurazione delle automobili.
“Per Federconsumatori gli aumenti nei vari settori potrebbero avvicinarsi ai 1000 euro a famiglia“, ha quindi avvertito Conte, sostenendo che il governo non avrebbe in alcun modo cercato di porre un rimedio a questa incresciosa situazione, che rischia di mettere in difficoltà milioni di famiglie. Il leader dei 5 Stelle ha poi messo in luce che i partiti di maggioranza hanno preferito utilizzare i fondi dello Stato per promuovere ancora una volta le guerre, mettendo in campo “risorse record sulle armi per portare avanti una strategia fallimentare sulla guerra in Ucraina, che a pagare sono i cittadini“.
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Il riferimento delle parole dell’ex premier è alla situazione provocata dal mancato rinnovo dell’accordo tra Russia e Ucraina per il passaggio del gas russo in Europa attraverso i metanodotti di Kiev. Dal primo gennaio di quest’anno, dunque, l’Ue non ha più rifornimenti dalla Nazione di Vladimir Putin e deve far riferimento ad altri Paesi produttori di gas, che hanno prezzi molto meno convenienti rispetto a quelli di Mosca.
Giuseppe Conte e le critiche alla Legge di Bilancio
L’ex presidente del Consiglio ha poi spostato le sue critiche alle mancanze presenti nella Legge di Bilancio per il 2025, approvata lo scorso 28 dicembre, dopo due voti di fiducia alla Camera e al Senato. Conte ha sottolineato come all’interno della manovra sia presente il solo aumento di 1,80 euro per le pensioni minime e alcune false promesse sugli aumenti in busta paga. “Tolta la propaganda Meloni, il taglio del cuneo è solo una conferma di quello già operato negli anni scorsi“, ha infatti sostenuto il leader pentastellato.
Inoltre, Conte ha ricordato che nessuno dei provvedimenti presenti nel testo della Legge tiene in considerazione i bisogni del ceto medio, eppure il governo non ha avuto problemi a pensare ai suoi, inserendo una norma che “integra lo stipendio dei Ministri del governo Meloni” e che quindi implicherebbe che “per loro il carovita non morde“.
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