Il Rassemblement National ha radunato i suoi sostenitori a Parigi in sostegno alla sua leader Marine Le Pen. condannata in primo grado a 4 anni per appropriazione indebita di fondi pubblici e dichiarata ineleggibile per 5 anni, con la conseguente esclusione dalle elezioni presidenziali. Dalle 15 in Place Vauban di Parigi, davanti agli Invalides, dove sono attese fino a 10mila persone.
Nel pomeriggio Le Pen è giunta a piedi a Place Vauban, nel centro della capitale, dove si sono riuniti migliaia di sostenitori per protestare contro la sua condanna. “Non mollerò di un centimetro“, ha esordito la leader di Rn sostenendo che la decisione del tribunale “ha calpestato ciò che tengo più caro di ogni altra cosa: la mia gente, il mio Paese e il mio onore“.
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La leader del RN ha ringraziato i presenti in piazza per “l’enorme spinta popolare a favore della democrazia e della legge“. Questa “decisione politica“, a detta di Le Pen, violerebbe lo stato di diritto oltre che la democrazia. Quindi “dovrei essere eliminata dalla vita democratica in nome di un presunto turbamento dell’ordine pubblico democratico, un concetto semplicemente inventato per l’occasione“, ha puntualizzato ritenendo “impossibile nascondere l’emozione nel vedervi qui e al nostro fianco in tutto il Paese“.
“È una caccia all’uomo politica“, ha continuato la leader di estrema destra lamentando di essere stata aggiunta ai “trofei di caccia” dei giudici. “Non esito a sottolineare la dimensione politica nel processo che ci viene fatto“, in quanto non si tratterebbe di una sentenza giudiziaria, ma di una sentenza politica.
La stessa Le Pen ha affermato che circa 500.000 francesi hanno firmato la petizione che sostiene la sua candidatura alle presidenziali del 2027. Per la leader di estrema destra “la giustizia non può interferire nel modo in cui i funzionari eletti svolgono il loro mandato al servizio dei francesi finché non ci sono arricchimenti personali o corruzione. Né deve scegliere i candidati alle elezioni“. E denunciando il “gioco torbido” che sussisterebbe tra il sistema giudiziario e i media, Le Pen ha ribadito che “noi non contestiamo la giustizia, ma chiediamo che questi abusi indegni della democrazia cessino. Lo ripeto ancora una volta: siamo noi i più ferventi sostenitori della democrazia e dello stato di diritto“.
La risposta di Attal (Renaissance)
Mentre, RN si è radunata a Place Vauban, anche la sinistra è scesa in piazza, con una contromanifestazione a Place de la République con France Insoumise ed Ecologisti ma senza i socialisti contro “l’estrema destra e per la Repubblica“. Così come il blocco politico di centro è stato chiamato a raccolta dall’ex premier Gabriel Attal per il partito macroniano Renaissance nella periferia della capitale, a Seine-Saint-Denis.
“Se rubi, poi paghi!“, ha risposto Gabriel Attal ricordando che l’istruttoria sul reato che ha portato alla sentenza è durata 10 anni. “Marine Le Pen e il Rassemblement National – ha spiegato l’ex premier – sono stati riconosciuti colpevoli di essersi appropriati di milioni di euro delle nostre tasse“. Attal ha precisato che il suo gruppo non voterà la proposta di legge di Eric Ciotti, alleato di Le Pen, di sopprimere la pena all’ineleggibilità automatica in caso di condanna.
Sul paragone che la stessa leader di estrema destra ha fatto della sua situazione con quella dell’oppositore russo Alexei Navalny, ha invece affondato Le Pen affermando che “lei non è Alexei Navalny. Lei è uno dei complici del suo boia“. Attal, che intende rilanciare il partito macroniano Reinassance, sta puntando tutto sulla manifestazione dei centristi da lui stesso lanciata.
Quindi, in uno scenario di crescenti tensioni internazionali e di una latente crisi politica interna a causa della mancanza di una maggioranza nell’Assemblea nazionale e per la riforma delle pensioni, la Francia ha vissuto questa settimana un importante sconvolgimento giudiziario e politico. La pesante condanna in primo grado del Rn per appropriazione indebita di fondi pubblici e la sentenza di ineleggibilità nei confronti di Le Pen hanno messo sotto pressione la classe politica, a due anni dalla fine naturale del mandato di Emmanuel Macron.
Le Pen a sorpresa al Congresso della Lega
Con lo slogan “Il coraggio della libertà” prosegue la due giorni della Lega a Firenze. La manifestazione che nella prima giornata ha visto l’intervento in videocollegamento di Elon Musk e l’approvazione del nuovo statuto, si chiuderà oggi con la votazione per acclamazione del leader del Carroccio. Tra gli ospiti stranieri in programma che interverranno per lo più con un video, figura il premier ungherese Viktor Orban, il presidente del Rassemblement national, il francese Jordan Bardella, e il presidente di Vox, lo spagnolo Santiago Abascal.
A sorpresa invece si è collegata Marine Le Pen, introdotta da Matteo Salvini dedicandole “l’abbraccio di Firenze e di tutto il popolo della Lega“. Esordendo denunciando “l’attacco molto violento” che ha subito insieme all’intera Francia, Le Pen si rivolge direttamente al leader del Carroccio: “Sai benissimo quello che sto vivendo perché lo hai vissuto anche tu. Sai gli attacchi che vengono oggi perpetrati dalla giustizia contro i dirigenti” che proteggono gli interessi del Paese, “ma non potranno fermarci. Noi ovviamente lotteremo“, ha ribadito la leader francese.
La Presidente del Rassemblement National nel corso dell’intervento fa riferimento alla sua condanna in primo grado a 4 anni per appropriazione indebita di fondi pubblici e la dichiarata ineleggibilità per 5 anni. Mentre, rivolgendosi a Matteo Salvini, la leader francese esprime comprensione in merito ai tre anni di processo, 24 udienze e 45 testimoni chiamati alla sbarra, che ha visto protagonista il Ministro per il caso Open Arms. Un processo, che ha portato all’assoluzione del vicepremier, passato come quello di Le Pen tra svariate polemiche se si trattasse di un atto amministrativo o politico.
Il leader Matteo Salvini è il candidato unico alla segreteria federale del partito, che guida dal 2013 e su cui oggi i fari saranno puntati in attesa del suo discorso programmatico che avverrà intorno alle 12. La scaletta della chiusura della manifestazione leghista prevede la presentazione delle 17 mozioni presentate al congresso. Gli interventi si aprono con il coordinatore nazionale dipartimenti Lega, Armando Siri e il deputato leghista, Alberto Gusmeroli.
A seguire, dopo i contributi degli ospiti stranieri, è atteso il videomessaggio del segretario generale Ugl, Francesco Paolo Capone e di Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria. Dopo l’assenza all’apertura del Congresso e all’approvazione de nuovo statuto, il generale Roberto Vannacci, è appena giunto alla Fortezza del Basso.
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