È stata approvata oggi dal Parlamento Ue la nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen, che nel quadro politico italiano ha provocato una spaccatura interna alle alleanze politiche di entrambi i fronti. Infatti, se la maggioranza a Strasburgo include una varietà di partiti, dai Verdi a Meloni, a Roma ha portato invece a una presa di posizione diversa dei partiti sia all’interno della coalizione di maggioranza sia nel campo largo.
Per quanto riguarda i partiti di maggioranza, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno
approvato la nuova commissione di von der Leyen, mentre la Lega ha scelto di votare contro il nuovo collegio dei commissari, seguendo l’esempio dell’ungherese Orbán e della francese Marine Le Pen. Se per Forza Italia è una scelta naturale, in quanto è in linea con il gruppo dei Popolari europei di cui fa parte, e che è la famiglia politica della stessa von der Leyen, la novità è quella della delegazione di Fratelli d’Italia.
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Il partito della Meloni infatti, se a luglio bocciò l’incarico a von der Leyen, ora ha deciso di cambiare rotta e sostenere la nuova Commissione, ottenendo in cambio la vicepresidenza esecutiva assegnata a Raffaele Fitto e messa al sicuro con la fiducia dell’aula.
A spaccare la maggioranza è stata invece la delegazione della Lega, che ha votato contro una Commissione che il capodelegazione del Carroccio, Paolo Borchia, ha descritto come “indigeribile”, criticando chi la sostiene e accusandolo di “avallare un inciucio alla sessantottina”. Il capodelegazione del Pd a Strasburgo, Nicola Zingaretti, ha notato subito la spaccatura nella maggioranza e ha sottolineato come “la Lega voti contro le scelte del suo stesso governo” e ha accusato il Carroccio di fare “puro trasformismo”.
Fulvio Martusciello, di Forza Italia, si è detto “dispiaciuto che la Lega non abbia colto che in aula era in corso un attacco diretto al nostro Paese e alla credibilità del governo di cui la Lega stessa fa parte”. Martusciello ha lodato invece la decisione della delegazione del Partito Democratico, “ringraziandola per il grande senso delle istituzioni dimostrato”. I 19 voti del Pd si sono infatti rivelati fondamentali per contrastare gli attacchi dei socialisti contro von der Leyen, portati avanti dalle delegazioni francesi e spagnole del Pse, evitando così che la componente S&D nella nuova maggioranza collassasse.
Ma gli eurodeputati del M5s e i sei rappresentanti di Avs hanno votato contro la Commissione, provocando una spaccatura all’interno del campo largo. “Schlein dovrà spiegare agli elettori perché in Europa vota con Meloni”, ha accusato il pentastellato Gaetano Pedullà, che ha rivendicato la coerenza del Movimento 5 Stelle nell’opporsi a una Commissione che per lui “ha definitivamente virato a destra”.
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