Cittadinanza, Tajani annuncia una stretta contro gli abusi: “Faremo risparmiare risorse allo Stato”

Si verrà considerati italiani solo fino alla terza generazione, ovvero solo chi ha i nonni con la cittadinanza italiana. In questo modo si restringe il cerchio di chi può chiedere la cittadinanza e si liberano dal troppo lavoro i consolati. La decisione ha ottenuto il via libera del Cdm odierno

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Dalla mezzanotte di oggi ci saranno nuove regole per l’assegnazione della cittadinanza italiana“, lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa che ha seguito la conclusione del Consiglio dei ministri in cui sono state approvate le modifiche alla riforma della cittadinanza iure sanguinis. Un capitolo su cui il vicepremier e il suo partito, Forza Italia, continuano a lavorare da mesi, anche a costo di duri scontri all’interno della maggioranza.

Questa estate i due vicepremier si sono infatti duramente scontrati sulla questione dello Ius Scholae, ovvero la possibile modifica dell’attribuzione della cittadinanza italiana in base al numero di anni trascorsi nelle scuole italiane. La decisione odierna del Cdm, però, si è concentrata solamente sulla cittadinanza per i discendenti di italiani che risiedono all’estero. Si tratterebbe di un tentativo di rendere lo status di italiano un diritto solamente per le prime generazioni nate all’estero e per favorire quella che il ministro ha definito “l’immigrazione di ritorno“.

In questo modo, poi, si dovrebbero anche ridurre gli abusi, ovvero le attribuzioni nei confronti di chi decide di prendere la cittadinanza non per appartenenza o fedeltà al Paese ma per tornaconti personali. “Ovviamente non si toglie il passaporto a chi l’ha già ottenuto onestamente, ma non ci  saranno sanatorie“, ha spiegato Tajani, aggiungendo che da domani si diventerà italiani solo fino alla terza generazione. In questo modo, secondo il ministro sarà possibile far risparmiare lo Stato e i cittadini e al contempo lanciare un grande segnale di attenzione agli italiani che risiedono all’estero.

Cittadinanza, cosa prevedono le nuove regole

Il provvedimento odierno risponde anche allo smodato aumento di cittadinanze italiane a cui si è assistito negli ultimi anni. Dalla fine del 2014 alla fine del 2024 i cittadini residenti all’estero sono aumentati da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni, con un aggravio considerevole di lavoro per i servizi consolari, sempre più oberati di lavoro. Con la legge vigente, poi, sarebbero circa 70 milioni i cittadini residenti all’estero che potrebbero richiedere la cittadinanza.

La stretta della cittadinanza, invece, abbassa drasticamente questo numero, liberando risorse e alleggerendo il carico di lavoro dei consolati, permettendogli di dedicarsi esclusivamente a chi ha una reale necessità di ottenere la cittadinanza italiana. Con meno richieste da evadere, infatti, si auspica che le tempistiche per l’ottenimento del documento siano molto più veloci. Si prevede infatti che inizialmente vengano fatte entrare in vigore delle nuove norme tramite decreto legge, per poi dedicarsi ad una riforma organica dei requisiti sostanziali e delle procedure per le richieste.

Ad esempio si sta prendendo in considerazione la possibilità che i cittadini italiani residenti all’estero mantengano un legame con il nostro Paese, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni venticinque anni.

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