Centri in Albania, Piantedosi svela: “Sono già predisposti a Cpr”. Schlein basita: “Il ministro si arrampica sugli specchi”

L'annuncio del Ministro dell'Interno Piantedosi secondo cui i centri in Albania rimarranno hotspot per valutare le domande di asilo ma la funzione di Cpr sarà ampliata, vede la proposta di un decreto nei prossimi giorni

5 Min di lettura

Sul fronte dei centri migranti in Albania arriva la svolta, o meglio già c’era ma non era stata esplicitata. Ad annunciarne la notizia è direttamente il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che in conversazione con La Stampa, spiega come i centri albanesi di Gjader e Shengjin “potrebbero avere un ruolo per rafforzare il sistema per rimpatriare i migranti irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia“.

Concretamente, il ragionamento del titolare del Viminale vedrebbe l’utilizzo della veste di Cpr per poter così “riportare a casa i soggetti che, altrimenti, finiscono per rendere le nostre città meno sicure“. I rimpatri sono un tema che si sta affermando nel dibattito politico a livello internazionale, anche oltreoceano, “a noi, oramai, lo chiede l’Europa, finalmente“. Ma la verità è che i centri in Albania “contengono già al loro interno spazi dedicati a effettuare i rimpatri – spiega Piantedosi – La struttura è già predisposta per questa funzione“.

La svolta quindi deve solo essere concretizzata e arriverà in settimana, quando a Palazzo Chigi sarà presentato il decreto per trasformare ufficialmente gli hotspot albanesi in Cpr per il rimpatrio dei clandestini su cui pende un decreto di espulsione, ma “senza perdere l’originaria funzione“, il cui “effetto deterrenza è comunque accresciuto” dall’aumento dei rimpatri, salito del 35% rispetto all’anno scorso.

Dunque, “si tratta solo di attivare nei tempi più stretti possibili” tale funzione dei centri in Albania, “visto che c’è un tema di recupero di posti disponibili nei Cpr sul territorio nazionale“. Un’attivazione che in ogni caso non andrebbe a mutare la funzione originaria degli hotspot che sono “strutture polifunzionali e polivalenti“.

In merito alla decisione della Corte di Giustizia europea, Piantedosi ha riferito che “al massimo entro la metà del prossimo anno entreranno in vigore i nuovi regolamenti del patto migrazione” e quindi “le nuove regole europee“. In sintesi, a detta del Ministro dell’Interno, i centri in Albania devono solo essere attivati “per le funzioni per le quali sono stati predisposti, ivi compresa quella del Cpr” che è già prevista all’interno degli hotspot.

Centri in Albania, Schlein: “Piantedosi recita il de profundis”

Ma come risaputo, il tema proposto da Giorgia Meloni è stato fin dalle sue origini al centro di dibattiti politici e polemiche di ogni genere. Così, non mancano gli affondi da parte delle opposizioni alle spiegazioni palesate dal Ministro del Viminale. “Piantedosi oggi recita il de profundis dei due centri in Albania, costati quasi un miliardo di euro agli italiani“, spara a zero la Segretaria del Pd, Elly Schlein, dando per irrecuperabili i centri albanesi e considerando le parole del Ministro come una certificazione del completo fallimento del modello Albania.

Ritenendo che Piantedosi si stia “arrampicando sugli specchi, pontificando su conversioni e riutilizzi“, la Segretaria Dem ritiene che il Ministro e la premier Meloni dovrebbero solo fare una cosa, ovvero “fermarsi e chiedere scusa per aver sperperato così tante risorse pubbliche in un protocollo disumano, che calpesta i diritti fondamentali“. Continuando ad apostrofare il Presidente del Consiglio, Schlein invita a porre “definitivamente fine a questa operazione, nata sotto il segno della propaganda e destinata a trasformarsi in un vero e proprio disastro finanziario“.

Nel riferirsi alla normativa europea citata da Pinatedosi, la Democratica spiega che in realtà la normativa Ue vigente non consentirebbe di delocalizzare un centro di rimpatri in un Paese terzo. Inoltre, il protocollo prevede che solo una piccola parte dei centri albanesi possa essere utilizzato come Cpr, quindi per convertirli bisognerebbe comunque rivedere il protocollo con l’Albania e la legge. “Dire che questa conversione non avrebbe costi maggiori è ridicolo“, puntualizza Schlein aggiungendo che in ogni caso uno dei due centri, a Shengjin, non è attrezzato per alloggi e quindi “sarebbe già da buttare“.

Secondo la Segretaria Dem le spiegazioni date da Piantedosi cadrebbero ancor di più nel paradosso proprio quando si parla di deterrenza sulle partenze. “Per Meloni e Piantedosi l’obiettivo dei centri in Albania doveva essere l’effetto ‘deterrente’ sulle partenze, perché le persone non sarebbero arrivate in Italia: ora ci spiegano che ci manderanno solo persone che sono già in Italia“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo