Cecilia Sala, la reporter arrestata in Iran e detenuta per 21 giorni nel carcere di Teheran, potrebbe essere il nome giusto per risollevare una coalizione senza guida e progetti unitari? Elly Schlein starebbe riflettendo sulla possibilità di candidare la giornalista come sindaco di Milano e anche sullo smacco a Giorgia Meloni che potrebbe venire da questa scelta.
L’ossessione della leader democratica per i successi del governo si avvia, secondo alcuni, verso nuovi picchi e potrebbe tramutarsi nel disperato tentativo di candidare un nome più che conosciuto ma forse non da tutti accettato come il più adatto. La 29enne, che finora non ha maturato una esperienza nel mondo della politica, come potrebbe guidare una delle città più complesse d’Italia, tra i volti industriali e politici della Nazione?
Leggi Anche
I sei punti percentuali di stacco tra Pd e FdI turbano il sonno di Elly Schlein, astro non più nascente dei democratici e a capo di un centrosinistra che fatica a tenere il passo della maggioranza, macinando insuccessi e perdendo occasioni che potrebbero rivelarsi cruciali. Così, nel mezzo di un’intemperie mediatica e politica, la segretaria del Partito democratico cerca soluzioni che possano far risorgere il partito e di conseguenza la coalizione.
Un’indiscrezione di Dillinger News, vedrebbe la leader del Pd concentrata a riflettere sul futuro di Milano. Nella primavera del 2027, o almeno così si presume, si terranno le elezioni comunali e il centrosinistra potrebbe decidere di candidare un nome che ad oggi, a due anni e mezzo dalle elezioni, è al centro della curiosità mediatica ma ancora tutto da pesare sul piano politico.
Cecilia Sala: i rimorsi delle opposizioni e il successo della maggioranza
Perché Elly Schlein sarebbe giunta a formulare un’ipotesi simile? La vicenda di Cecilia Sala ha dato una lezione importante alle opposizioni: non sempre attaccare e spingere per avere risposte pubbliche dal governo è il modo più utile e redditizio sul piano politico. Nei primi giorni di prigionia di Sala, arrestata senza accuse dall’Iran, gli esponenti del centrosinistra sono insorti prima di assecondare la richiesta di Meloni e della famiglia di Sala di tenere un profilo basso ed evitare polemiche.
Messe da parte le polemiche, maggioranza e opposizione, per la prima volta da anni, si sono ritrovate in uno spirito di solidarietà nazionale decisivo per la liberazione di Sala. Il successo del governo, riconosciuto dall’opposizione, è stato a sua volta attributo da Meloni a tutto il Parlamento. Una vittoria celebrata anche dalle opposizioni, che si sono unite per riconoscere il buon lavoro svolto dall’esecutivo.
A neanche un mese dal ritorno di Sala, quindi, Elly Schlein avrebbe avviato una riflessione sulle potenzialità di Cecilia Sala quale nuovo personaggio pubblico. È una consuetudine consolidata, non solo italiana, di candidare personalità venute alla ribalta delle cronache per eventi straordinari o perché, come nel caso di Roberto Vannacci o di Ilaria Salis, dirompenti e divisive. Difficile dire quanto un’eventuale disponibilità di Sala sarebbe mal digerita da Meloni che tanto si è spesa per la sua liberazione. Con risultati brillanti per il governo, cresciuto di 1,5 punti percentuali nei sondaggi di gennaio.
Si tratta, almeno fino a oggi, di congetture e di ipotesi. Manca ancora tempo alle elezioni di Milano. Certo è che insieme al nome del candidato/a Schlein deve anche costruire un percorso di alleanze, nei Comuni reso meno complicato grazie alla legge elettorale. Cecilia Sala è un nome fra i candidati possibili, a dispetto della sua giovane età e della mancanza di esperienza. Da oggi al 2027 deve passare ancora molta acqua sotto i ponti. Sarà poi da capire se le intenzioni di Schlein si muovono sullo stesso percorso di Cecilia Sala.
© Riproduzione riservata