I genitori di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran hanno dichiarato di volersi astenere “da commenti e dichiarazioni” ed hanno chiesto agli organi di informazioni il silenzio stampa. “La fase a cui siamo arrivati è molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e rendere più complicata e lontana una soluzione“, hanno spiegato i genitori della reporter, per poi aggiungere di essere grati per il senso di responsabilità che sarà mostrato in questo complesso momento.
Caso Cecilia Sala, le ultime novità
I giorni che Cecilia Sala passa in cella nel carcere di Evin continuano ad aumentare e in Italia la pressione è alle stelle. Le tre telefonate della reporter italiana, arrivate ai suoi genitori e al suo compagno lo scorso primo gennaio, hanno segnato uno spartiacque in questa confusa e brutale vicenda. Le parole di Sala hanno infatti confermato che il regime iraniano ha mentito all’Italia e che la giornalista si trova a vivere in condizioni che non rispettano la dignità umana.
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La complessa macchina delle trattative tra Italia e Iran ha quindi iniziato a lavorare in maniera differente, con il nostro Paese che ha iniziato a pretendere certezze e che ha abbandonato i guanti di velluto con cui finora ha gestito la vicenda. La discrezione e la cautela sono infatti le parole chiave di queste situazioni, sempre con l’obiettivo di salvaguardare la sicurezza di chi si trova a vivere in prima persona l’incubo della prigionia in un Paese estero.
In Italia, intanto, dopo giorni di silenzio, le opposizioni iniziano a chiedere maggiori informazioni. Un incontro privato, un’audizione in Parlamento o al Copasir, qualunque cosa che possa chiarire loro quali sono le intenzioni del governo su Cecilia Sala. Si riflette, poi, sulle motivazioni dell’arresto, prendendo in considerazione l’ipotesi dell’intrigo internazionale così come di altre possibilità che ancora non sono state rese note. Mauro Conciatori, ex ambasciatore italiano a Teheran, ha infatti sottolineato che è necessario prendere in considerazione anche la situazione politica dell’Iran per comprendere a pieno il loro comportamento nei confronti di Cecilia Sala.
Caso Cecilia Sala: quanto influiscono le divisioni interne del Paese
Mauro Conciatori, intervistato dal Messaggero, ha fornito la sua personale visione degli eventi che avrebbero portato alla detenzione di Cecilia Sala, imputando parte del contenzioso proprio alla difficile situazione politica che il Paese si trova ad affrontare. “L’Iran, dietro la coltre del regime, è un Paese estremamente frammentato“, ha infatti chiarito il già ambasciatore, sostenendo che non rimarrebbe sorpreso se scoprisse che “alcune filiere interne possano avere deciso per l’arresto, mentre altre componenti più attente agli equilibri delle relazioni diplomatiche non siano favorevoli a crearsi un problema“.
Proprio questa diversa visione dell’arresto, spiegherebbe il primo passo in avanti per il pacco con i beni di prima necessità da consegnare a Sala e poi l’improvviso dietrofront e la negazione di questa possibilità. Sul perché, invece, l’Iran abbia deciso di intraprendere questo contenzioso con l’Italia, Conciatori spiega che tutto dipende dallo scacchiere geopolitico mondiale. Dopo anni in cui Italia e Iran convivevano pacificamente, le sanzioni Usa del 2017 hanno messo in difficoltà questo rapporto. La decisione Usa, infatti, prevede la punizione anche di coloro che commerciano con il regime iraniano, di fatto costringendo gli Occidentali a decidere tra la partnership Usa o quella meno potente dell’Iran.
Sull’ipotesi dello scambio di detenuti, dopo l’arresto dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini a Milano, Conciatori non chiude del tutto la possibilità, ma ricorda che anche su questo specifico caso potrebbero influire le divisioni interne al Paese. “C’è forse una componente politica del regime che vede nel caso Sala anche i costi e che quindi potrebbe remare in una direzione propizia“, ha sostenuto il già ambasciatore.
Caso Cecilia Sala, il pressing delle opposizioni
Per quanto riguarda il quadro politico italiano, il governo continua a chiedere discrezione mentre riflette sulle possibilità con cui comunicare ai capi delle opposizioni la situazione attuale del caso Sala. Ieri a Palazzo Chigi si è svolto un primo vertice sulla questione, alla presenza del Presidente del Consiglio, del ministro degli Esteri, del ministro della Giustizia e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Oggi, però, non ci sono ulteriori novità a riguardo.
“Chiediamo di essere coinvolti e informati sulle iniziative assunte dal governo“, ha quindi sostenuto Schlein, sottolineando come, fin dal primo momento, le forze politiche del centrosinistra abbiano rispettato le richieste del governo. “Deve essere chiaro che chi calpesta la dignità di Cecilia Sala, sta calpestando la dignità dell’Italia“, ha poi aggiunto la segretaria del Pd, aggiungendosi al coro di sdegno e solidarietà delle opposizioni, che da ieri chiedono maggior partecipazione.
I capigruppo del Pd, Francesco Boccia e Chiara Braga, con i deputati di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, hanno invitato al governo a informare il
Parlamento. Tale richiesta è accolta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, il quale ha confermato che il prossimo lunedì riferirà al Copasir sul caso Sala.
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