Caso Open Arms, Lega pronta alla mobilitazione: cosa accadrà se Salvini sarà condannato

Il prossimo venerdì il leader della Lega scoprirà la sentenza della corte di Palermo, chiamata a decidere sulle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio al ministro in relazione al presunto ritardo dello sbarco di 120 migranti nel 2019; nel caso di condanna, il partito del vicepremier potrebbe quindi decidere di dar vita a delle proteste che sostengano e potenzino la figura del loro leader

Redazione
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La chiusura del processo sul caso Open Arms, che vede imputato il vicepremier leghista Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, si avvicina inesorabilmente. Il prossimo venerdì il leader della Lega scoprirà il suo destino e con esso l’Italia comprenderà in che modo il Carroccio cercherà di sfruttare a suo favore la sentenza della corte di Palermo.

La Lega ha già iniziato a mandare segnali, con Andrea Crippa, uno dei vice di Salvini e tra i suoi più strenui sostenitori, che ha annunciato l’intenzione del partito di manifestare nel caso di condanna del suo leader. “Un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano, al Parlamento e quindi al governo eletto direttamente dai cittadini“, ha infatti spiegato Crippa, annunciando una mobilitazione che al momento non ha ancora i suoi contorni ben definiti.

Andrea Crippa su sfiducia Santanché e Salvini
Andrea Crippa(Lega)

Sembrerebbe, però, che non sia prevista alcuna mobilitazione a Palermo, a causa delle poche adesioni che sono state registrate lo scorso ottobre. Si prevedono però banchetti sia a Roma che a Milano, ma per il momento prevale la cautela, in attesa della decisione dei giovani. Tra i più vicini a Matteo Salvini, c’è qualcuno che sottolinea come il leader leghista non sia affatto preoccupato delle conseguenze che la chiusura del processo potrebbe portare con sé, mentre altri confessano che in realtà il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture sia solamente molto abile nel nascondere le sue reali emozioni.

Per quanto riguarda la sentenza, invece, alcuni membri del partito sembrano poco propensi a prendere in considerazione la possibilità di un’assoluzione. Sembra, però, che in molti non ritengano possibile neanche la condanna a sei anni chiesta dall’accusa. Si propende quindi per una pena ridotta rispetto a quella richiesta, ma che comunque rischierebbe di dare un duro colpo non solo alla Lega, ma all’intera maggioranza di governo. Molti esponenti del centrodestra, quindi, oltre a manifestare apertamente il loro sostegno al leader leghista, hanno anche sottolineato la possibile strategia comunicativa che la Lega potrebbe decidere di sfruttare.

Un po’ come Donald Trump, Salvini potrebbe divenire un nuovo martire, condannato solamente perché ha deciso di svolgere le mansioni che richiedeva il suo ruolo e punito da forze avversarie che starebbero tentando di affondarlo utilizzando la giustizia. La possibile condanna per il caso Open Arms, però, potrebbe trasformarsi però in un nuovo fardello per le spalle del ministro, che deve affrontare anche il calo dei consensi del partito, le fratture interne alla Lega e l’ardua sfida delle Regionali in Veneto nel 2025.

Il caso Open Arms

Il processo che si concluderà venerdì vede imputato Matteo Salvini che, secondo l’accusa, sarebbe responsabile di aver ritardato lo sbarco di circa 120 migranti a bordo della nave spagnola Open Arms nell’agosto del 2019. Il ministro ha sin da subito respinto ogni accusa, sottolineando di aver sempre e solo svolto il suo lavoro, senza ostacolare in alcun modo il benessere degli immigrati coinvolti. L’avvocata Giulia Bongiorno, legale del ministro, ha chiesto nel corso del processo che il suo assistito venisse assolto in quanto “il fatto non sussiste“.

In questo senso, la legale ha chiarito che Salvini avrebbe sempre agito per difendere i confini del Paese, come a lui era stato richiesto dai cittadini. Inoltre, questo avrebbe chiesto più volte al personale della Ong di compilare una mail che chiarisse se vi fossero condizioni di sofferenza o malessere tra gli ospiti della nave, così che il governo italiano potesse intervenire. Bongiorno avrebbe poi dichiarato che esistono delle prove che certificherebbero che l’Italia, il 15 agosto 2019, avrebbe dato la possibilità a tutti i migranti che avessero mostrato “disagio” di sbarcare in Italia.

Il sostegno a Matteo Salvini

Oltre ad Andrea Crippa, sono numerosi i nomi della politica italiana che hanno deciso in questi giorni di mostrare la loro solidarietà al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. “È scandaloso, lo ripeto scandaloso, che un ministro della Repubblica sia portato a processo per aver fatto il proprio dovere“, ha infatti dichiarato il senatore leghista Marco Dreosto, che ha deciso di intervenire in Aula poco prima dell’intervento di Giorgia Meloni, così da far avere alle sue parole un certo riscontro mediatico.

Al coro di solidarietà si è unito anche Andrea Delmastro di FdI, il quale ha sostenuto che il processo potrebbe concludersi con un’assoluzione, poiché “una condanna sarebbe un fatto molto grave“, per poi aggiungere durissimo: “Ho sentito una requisitoria del pm e mi è sembrata un proclama da centro sociale più che una requisitoria“. In Aula è quindi scoppiato un lungo applauso in favore di Matteo Salvini, che però non era presente. Il ministro ha però potuto godere degli auguri e degli auspici del suo partito nel corso della cena che si è svolta ieri.

Un deciso supporto è giunto anche dall’Europa, dove gli eurodeputati leghisti e quelli dei Patrioti si sono fatti immortalare con indosso una maglietta con la scritta “colpevole” in stile “wanted“. Ora resta da capire quanti di questi sostenitori resteranno davvero al fianco del ministro a seguito della sentenza della corte di Palermo, che potrebbe dimostrarsi un decisivo spartiacque nella vita politica di Matteo Salvini.

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