Il 12 febbraio è fissato il termine entro cui il ministero deve replicare all’istanza di revoca presentata dal legale dell’anarchico abruzzese. Prossimo step il 7 marzo
Due date segnate in rosso sull’agenda del ministero Nordio: sono quelle del 12 febbraio e del 7 marzo. In quei giorni la questione Cospito arriverà a una svolta, in un senso o nell’altro.
Entro il 12 febbraio infatti il ministro della Giustizia deve rispondere all’istanza di revoca del 41 bis presentata dal legale dell’anarchico abruzzese. Il 7 marzo, invece, i giudici della Cassazione dovranno decidere sul ricorso presentato sempre dalla difesa di Cospito, rappresentata dal legale Flavio Rossi Albertini, contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il regime del carcere duro per quattro anni.
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Il 41 bis e la richiesta di revoca
Il 41bis era stato firmato il 4 maggio scorso dall’allora ministro Marta Cartabia su richiesta concorde della Direzione distrettuale antimafia di Torino e della Direzione nazionale antimafia, dopo che Cospito aveva fatto pervenire dal carcere “documenti di esortazione alla prosecuzione della lotta armata di matrice anarco-insurrezionalista”. Ora Nordio a suo volta non può decidere senza un parere dei magistrati competenti. E a questo proposito, nei giorni scorsi si è svolto un incontro alla Dna a cui hanno preso parte anche le autorità giudiziarie che si sono occupate di vicende relative all’anarchico.
La Cassazione e le nuove istanze
Sul fronte del ricorso in Cassazione i tempi sono più lunghi. La Suprema Corte aveva inizialmente fissato l’udienza al 20 aprile, per poi anticiparla al 7 marzo in ragione dello stato di salute di Cospito. Se i giudici accogliessero il ricorso, annullando l’ordinanza, sarebbe probabilmente necessaria una nuova decisione del tribunale di Sorveglianza.
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