Violenza di genere, Casellati e Roccella contro l’abuso economico: “Costruiremo la libertà delle donne”

Il Ministro alle Riforme Istituzionali Casellati e il Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Roccella costituiranno un tavolo tecnico per promuovere la cultura del rispetto, fino a trattare l'indipendenza economica come presupposto fondamentale per il raggiungimento della libertà della donna

Redazione
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Il 25 novembre è la “Giornata internazionale della violenza contro le donne“, la ricorrenza che dovrebbe, in primis, sensibilizzare ed educare al rispetto come valore indiscutibile di ogni persona. Una giornata che ricorda la gravità di questo dramma in cui sono sempre più necessari gli interventi tempestivi e concreti della polita e delle istituzioni. Una giornata che punta ad allontanare qualsiasi forma di ipocrisia.

Proprio nel corso dell’evento “Donne nel mirino. Riconoscere i reati spia per prevenire la violenza. IA come strumento contro la violenza di genere“, tenutosi a Milano in questo 25 novembre, è intervenuto il ministro alle Riforme Istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, dichiarando di aver costituito “un tavolo tecnico” presso il ministero “per redigere un testo unico sulla violenza di genere” insieme al Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella.

Questo documento – spiega il ministro Casellati – avrà un approccio innovativo, poiché si concentrerà sull’intero universo femminile, affrontando tutti i diritti delle donne. Si tratterà di un testo organico che partirà dall’educazione e dalla formazione nelle scuole per promuovere la cultura del rispetto, fino a trattare le norme relative all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro“. Infatti, si tratteranno tutti i temi che orbitano intorno alla parità e alla violenza di genere come ad esempio l’autonomia economica che “rappresenta uno dei presupposti fondamentali per consentire alle donne di costruire la propria libertà“.

Purtroppo, molte delle situazioni in cui una donna subisce violenza, non solo fisica ma anche psicologica è all’interno della famiglia e “questa violenza si manifesta attraverso continue umiliazioni, come sentirsi dire ogni giornoNon vali niente“, “Dipendi sempre dagli altri“, continua il ministro alle Riforme Istituzionali facendo notare che si tratta di parole che vanno ad alimentare disistima e svilimento personale. “Senza una possibilità economica, diventa difficile per queste donne allontanarsi da queste situazioni di oppressione“, continua Casellati.

L’intervento del ministro alle Riforme Istituzionali ha trattato anche i numerosi centri di supporto e sostegno, definendoli come “spazi dove le donne possono trovare protezione, orientamento lavorativo e percorsi per ricostruire la propria vita“. Si tratta di aiuti che rappresentano una forma di prevenzione così come lo sono l’educazione e la formazione.

Nello stesso modo, infatti, “non mancano le misure repressive e protettive per garantire accoglienza e supporto alle donne vittime di violenza“, in quanto resta essenziale che “una donna sappia dove andare e come proseguire dopo eventi dolorosi che spesso segnano l’intera famiglia“. Un nucleo famigliare che viene intaccato e lacerato in modo irreversibile, dove “un bambino che cresce assistendo a comportamenti violenti – insiste Casellati – potrebbe interiorizzare e riprodurre tali dinamiche in futuro“, necessita di supporto a 360 gradi. Il ministro conclude evidenziando che si tratta di una serie di delicate problematiche a catena che vanno a toccare l’intero nucleo famigliare, che di conseguenza richiedono riposte integrate e coordinate.

Purtroppo, la violenza contro le donne è un tema che rappresenta una delle principali priorità sociali e la politica dovrebbe avere il dovere di comprendere le cause del fenomeno, andando a trovare le soluzioni per contrastarlo e supportare parallelamente chi ne è vittima, mentre si costituiscono le vie per una prevenzione sempre più efficace. Ci si appella alla politica perché dispone degli strumenti necessari per cambiare un sistema divenuto oramai sistematico. Dopo decenni di belle iniziative e poca sostanza, forse, per la prima volta, si intravedono lontani fari che si spera possano essere l’inizio di un segno di discontinuità.

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