Un articolo del quotidiano spagnolo Abc del 2020 sosteneva che nel 2010, una valigia con all’interno 3,5 milioni di euro fosse stata inviata dal Venezuela a Casaleggio, su autorizzazione del cancelliere Nicolás Maduro. La notizia, che all’epoca aveva portato all’apertura di un’inchiesta penale, poi archiviata, basata su elementi non verificati e su un documento rivelatosi falso.
Secondo i giudici della Corte d’Appello, l’articolo non avrebbe rispettato “i limiti di liceità dell’attività giornalistica” oltre alla verosimiglianza dei fatti riportati. Nello specifico, la presunta consegna del denaro a Casaleggio non è mai stata confermata da prove concrete, rimanendo di fatto un’illazione priva di fondamento. “Il giornalista non ha indicato un nome che gli abbia confermato la circostanza della consegna del denaro, solo vaghe fonti anonime”, si legge nelle motivazioni della sentenza.
Conferma della condanna: la rivincita dei Casaleggio
L’uso di fonti anonime e la mancanza di verifica delle informazioni riportate hanno portato i giudici a definire il comportamento della testata, e nello specifico del giornalista autore dell’articolo, come diffamatorio. La corte ha stabilito che Gianroberto Casaleggio, deceduto nel 2016, è stato ingiustamente accusato di aver ricevuto milioni di euro dall’estero senza denunciarli al fisco. La sentenza afferma che “un fatto grave, ossia di aver percepito milioni di euro senza denunciarli” era stato attribuito a Casaleggio senza prove adeguate.
Di conseguenza, la società editrice del quotidiano Abc e il suo giornalista sono stati condannati a risarcire Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, che aveva intrapreso l’azione legale per difendere l’onore del padre. Davide Casaleggio ha dichiarato: “Dopo soli 4 anni, la corte ha sancito in appello che mio padre è stato diffamato da morto. La storia inventata di sana pianta per ledere la sua onorabilità attribuendogli fantomatici soldi ricevuti in una valigetta dal Venezuela era non solo falsa, ma costruita su un documento contraffatto e con tecniche giornalistiche spregevoli.“
Casaleggio ha inoltre commentato la sentenza su Facebook, esprimendo risentimento nei confronti di altre redazioni, colpevoli di aver condiviso la notizia falsa nonostante la mancanza di prove: “Spero che le testate che hanno pubblicato i 185 articoli ancora reperibili online che hanno rilanciato questa notizia in Italia abbiano il buon cuore di rettificarli se ancora avevano dubbi sulla questione. Ho portato avanti per 4 anni questa causa fino in fondo in tribunale. Mi è dispiaciuto che il movimento da lui creato abbia deciso di non farlo.”
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