Caro benzina, Urso sulle accise: “Soldi per taglio del cuneo fiscale”

Il caro benzina è realtà. Complice il mancato rinnovo per il 2023 dello sconto da 30 centesimi sulle accise

Giulia Fuselli
5 Min di lettura

Il caro benzina è realtà. Complice il mancato rinnovo per il 2023 dello sconto da 30 centesimi sulle accise. “Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania” afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Caro benzina, Urso sulle accise

Il ministro Urso chiarisce la sua posizione in un’intervista ad Agorà. Sulle accise, qualsiasi taglio costerebbe un miliardo al mese e 12 all’anno. “Il governo ha invece utilizzato questi fondi per tagliare due volte il cuneo fiscale e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di Bilancio” afferma. Urso ha poi aggiunto: “Il ministero dell’Economia sta preparando la manovra che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso frutto del loro lavoro“. 

Caro benzina: qual è la situazione

I prezzi della benzina sono ancora in salita. Fra esodo e controesodo di chi è in vacanza entreranno nelle casse dello Stato circa 2,2 miliardi di euro. I dati forniti dal Mimit parlano chiaro: il prezzo medio sulla rete autostradale – parliamo di self service – è di 2,019 euro al litro. Il gasolio è arrivato invece a 1,528 euro. Tra le Regioni quella più cara risulta essere la Puglia con la verde a 1,969 euro a litro, mentre la meno cara nelle Marche con 1,924 euro a litro.

Poco importa dei cartelli con il prezzo medio, i costi alla pompa corrono inesorabili. In particolare, a Ferragosto, la Guardia di finanza ha intensificato i controlli a tutela dei cittadini: l’adeguamento alle nuove regole infatti è ancora insufficiente con 325 casi di irregolarità e 789 violazioni segnalate.

Caro benzina: la rivolta delle associazioni

Immediata la reazione delle associazioni. Assoutenti chiede all’esecutivo un intervento sulle accise per una progressiva riduzione delle tasse in occasione delle fiammate internazionali dei prezzi. Fegica, federazione dei gestori, sottolinea invece come “il cartello imposto ai distributori dal governo nulla ha potuto. La misura non solo è inutile ma rischia di essere controproducente“.

Caro benzina: le parole di Urso e l’ira dell’opposizione

Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania” sono le parole di difesa del ministro delle Imprese e del Made in Italy sul caro benzina. Di fatto, per Urso è falso quando esponenti politici dicono che i prezzi siano fuori controllo, anzi, “l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei“.

Non ha esitato il senatore Antonio Misiani del Pd a rispondere alle dichiarazioni del ministro. “Le sue affermazioni sulla situazione dei prezzi dei carburanti che sarebbe migliore di quella degli altri Paesi europei e sulla presunta ‘piena efficacia’ dei cartelloni con il prezzo medio di benzina e gasolio sono del tutto fuori dalla realtà“. La verità, per il responsabile economico dei dem, è che “le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi“.

A commentare, anche Osvaldo Napoli, della segreteria di Azione: “Urso, in sostanza, ha indicato nella voracità del Fisco la causa principale della benzina a 2,77 euro al litro. Di quella cifra, la metà finisce nelle casse dell’Erario. Anzi, qualcosa in più perché sulle accise, che sono una tassa, si paga anche l’Iva al 20%. Proprio così: gli automobilisti pagano la tassa sulla tassa. Se le cose stanno così, e cosi stanno perché a dirlo è il ministro, queste settimane sono dorate per le casse dello Stato“.

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo