Carceri, il piano di Nordio divide la maggioranza: “Entro tre mesi vedremo i risultati”

Lega e FdI sono contrari alle nuove proposte dello svuota carceri, che vedrebbero la liberazione dei detenuti con meno di un anno di pena da scontare, ma per Forza Italia questa per ora è l'unica soluzione possibile

Redazione
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Secondo alcune fonti vicine al dossier Carceri, sembrerebbe che il ministero della Giustizia stia prendendo in considerazione nuove misure da approvare per risolvere la grave emergenza del sovraffollamento carcerario in Italia. Si ipotizza che possano essere attivate misure alternative, tra cui i domiciliari e l’affidamento in prova, da mettere in atto per i detenuti per reati non ostativi che devono scontare pene residue entro un anno.

Questa proposta era già emersa lo scorso 7 agosto, in occasione dell’incontro del ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Garante dei detenuti. Si ipotizza che con misure alternative la popolazione carceraria potrebbe diminuire, grazie ad un abbassamento di migliaia di posti nelle strutture detentive del Paese. La notizia è stata rilasciata a seguito di una nuova protesta scoppiata nel carcere di Torino, in cui si sono verificati diversi disordini che hanno portato al ferimento di sei agenti penitenziari, tutti trasportati in ospedale.

Carlo Nordio, ministro della Giustizia
Carlo Nordio, ministro della Giustizia

Già giovedì il Guardasigilli, in occasione di una visita al carcere femminile della Giudecca, a Venezia, aveva dichiarato che “con la nomina del commissario straordinario, e con l’attuazione del nuovo Decreto carceri entro i prossimi due o tre mesi cominceremo a vedere i risultati“. Il ministro Nordio ha inoltre ribadito che il governo si sta muovendo verso il raggiungimento di obiettivi importanti, i quali però necessitano di tempistiche piuttosto lunghe per essere attuati con successo.

Il muro della maggioranza contro lo “svuota carceri

L’indiscrezione che ha iniziato a circolare ieri non ha per nulla soddisfatto i partiti della maggioranza, che hanno visto nelle aperture del ministero della Giustizia una volontà di disubbidire ai dettami del premier. Giorgia Meloni, infatti, non vorrebbe cedere alle scarcerazioni anticipate per evitare di indebolire la figura delle istituzioni, ma vorrebbe risolvere l’emergenza carcere con la costruzione di nuove strutture. Un piano efficace ma che necessita di tempistiche lunghe e di finanziamenti importanti.

Intanto, nelle carceri italiane il numero dei suicidi aumenta e a Nordio spetta il compito di trovare una soluzione efficace a breve termine. La possibilità di rilasciare ai domiciliari coloro che devono scontare un anno o meno di carcere si rifà ad una norma già esistente, sfruttata durante il periodo del Covid ma che non convince affatto la Lega e Fratelli d’Italia. Forza Italia, d’altro canto, la sosterrebbe pienamente, avendola anche presentata come emendamento al decreto legge sulle carceri. Così la maggioranza si spacca nuovamente sul tema dei diritti e per ora non sembrano esservi soluzioni all’orizzonte.

Giulia Bongiorno, responsabile Giustizia della Lega, ha sostenuto che lo stesso ministro Nordio avrebbe dichiarato di non star prendendo in considerazione queste misure. In realtà, però, il Guardasigilli non si è ancora pubblicamente espresso sulla questione, ma sembrerebbe averne già parlato con il Garante delle Carceri. Sulla vicenda, però, colui che nutre più dubbi è Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che ha dichiarato: “Il tana libera tutti non rieduca, non riabilita, non garantisce sicurezza, è il già tristemente visto e stancamente vissuto del passato e che ci ha regalato l’attuale situazione“.

I dubbi sul decreto Carceri

Lo scorso 8 agosto il decreto legge sulle carceri ha ottenuto l’approvazione della Camera, a seguito di ore di confronto in cui maggioranza e opposizione si sono duramente scontrati sul contenuto del provvedimento. Un “guscio vuoto” secondo il centrosinistra, necessario solamente a “mostrare” l’interesse del governo nei confronti di un’emergenza che continua ad uccidere e a far sorgere dubbi sul rispetto dei diritti umani nelle carceri italiane. In realtà, però, nel decreto non vi sarebbe nessuna misura concreta per porre fine al problema del sovraffollamento delle carceri.

Giorgia meloni, presidente del Consiglio
Giorgia meloni, presidente del Consiglio

Le opposizioni sono sul piede di guerra, mentre i suicidi in carcere continuano ad aumentare, ed il governo sembra arrancare alla ricerca di soluzioni che non sviliscano il potere dello Stato ma che allo stesso tempo siano efficaci. Durante le votazioni alla Camera sul provvedimento, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha incontrato il premier Meloni a Palazzo Chigi per discutere degli stessi argomenti presenti nel decreto. Una mossa che ha infuriato il centrosinistra, che ha criticato la decisione del Guardasigilli, poiché avrebbe “svilito il ruolo del Parlamento“.

Allo stesso tempo, Nordio ha deciso di annunciare la sua volontà di incontrare il presidente della repubblica Sergio Mattarella per proporre alcune soluzioni alternative al sovraffollamento delle carceri, visto l’interesse del Capo dello Stato a questo tema. Così il provvedimento approvato dal Parlamento sembra rimanere in un limbo, colmo di norme che potrebbero migliorare la situazione, ma che sembrano non essere ritenute adatte neanche dal ministro che le ha approvate.

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