Nonostante il vertice serale a casa della premier Giorgia Meloni, la maggioranza resta spaccata sul tema del canone Rai. La discussione accesa mette in luce divergenze profonde tra i partiti della coalizione, mentre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, cerca una via prudente sulle modifiche alla manovra economica, focalizzandosi sulla previdenza integrativa.
Lo scontro sul Canone Rai
La giornata di ieri è iniziata con la Lega ferma sulla proposta di mantenere la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro per il 2024, un provvedimento assente nel disegno di legge di Bilancio per il 2025. La posizione della Lega, sostenuta da Matteo Salvini, ha però incontrato l’opposizione di Forza Italia. Dario Damiani, relatore di maggioranza, ha chiesto il ritiro dell’emendamento leghista, appellandosi alle conclusioni del vertice: «Sul canone Rai è un tema divisivo, da accantonare».
Maurizio Gasparri ha ribadito la posizione di Forza Italia, dichiarando che un taglio non cambierebbe la sostanza, perché lo Stato dovrebbe comunque garantire alla Rai 400 milioni di euro. Dall’altra parte, Massimo Garavaglia della Lega ha accusato Fratelli d’Italia e Forza Italia di attacchi politici sulla gestione sanitaria lombarda.
Per evitare ulteriori spaccature, la commissione Bilancio ha deciso di rinviare le votazioni sugli emendamenti a questa mattina. Nel frattempo, un nuovo vertice con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha tentato di mediare.
Gli emendamenti e il futuro della manovra
Oltre al canone Rai, restano sul tavolo altri temi cruciali. Tra questi, la proposta della Lega di rinviare l’acconto Irpef per le partite IVA a gennaio 2025 e la possibilità di rateizzazione. L’opposizione, intanto, non perde occasione per criticare: “La maggioranza è divisa sulla Rai: Fratelli d’Italia vuole controllarla, la Lega ridimensionarla, mentre Forza Italia pensa solo agli spazi pubblicitari“, attacca il PD.
La prudenza di Giorgetti sulle modifiche alla manovra
Il disegno di legge di Bilancio procede invece in modo più stabile. La Commissione Bilancio della Camera esaminerà i 600 emendamenti a partire dal 9 dicembre, con l’obiettivo di chiudere i lavori entro la settimana successiva. Giorgetti ha assunto un ruolo chiave nella selezione degli emendamenti approvabili dal governo, soprattutto quelli per rafforzare la previdenza integrativa.
Il ministro ha sottolineato l’importanza di introdurre misure finanziarie sostenibili: “Ogni modifica deve avere coperture solide”. Tra le proposte più valutate, quella di un’imposizione agevolata per i rendimenti dei fondi pensione.
La situazione rimane tesa, ma il governo punta a trovare un equilibrio che soddisfi le diverse anime della coalizione senza compromettere la stabilità economica.
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