Il centrosinistra sta vivendo un periodo contrassegnato da differenti prese di posizioni che sanciscono distanze e smarcamenti interni. Nel specifico il voto sulla Commissione Ue e lo sciopero generale. Un centrosinistra che avrà modo di esporsi e di esprimersi domenica sul palco di Europa Verde dove sono attesi i leader dei partiti. Tutti tranne uno: Matteo Renzi.
Probabilmente più che un palco prenderà le sembianze di un ring. Da una parte, saranno schierati Azione e Italia Viva sfilandosi dal sostegno deciso e coeso ai sindacati giunto sotto diverse sembianze dalle forze di opposizione. Dall’altra, un appena rigenerato Movimento 5 Stelle che continua ad oltranza a martellare i democratici riguardo il voto al Parlamento europeo. Giuseppe Conte difatti affossa i dem utilizzando la sua ultima temuta arma, quella del “progressismo”, accusando il Pd di aver “commesso un grave errore politico” in quanto appunto “la Commissione Von der Leyen 2 non è progressismo“. Un aspro rimprovero che fa però riflettere i riformisti democratici, pronti a rilanciare l’onda del loro presidente Stefano Bonaccini, Energia Popolare, nella solenne reunion di sabato.
Non resta peraltro difficile immaginare i moderati del Pd, riuniti intorno all’ex governatore dell’Emilia Romagna, dibattere sul “nodo 5s”. Più che altro, dopo quella pace sancita nell’ultima direzione di partito, l‘area bonacciniana sta tentando di confermare uno spirito e una forza unitaria. In realtà, la discussione potrebbe prendere piede più su quella costruzione del “campo progressista” che su un fronte interno.
In tutto questo, Elly Schlein ha dichiarato che necessita di impegnarsi su un “progetto per il paese” con le forze alternative alla destra. Mentre, sul palco di Energia Popolare, sarà presente anche il vincitore delle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna, Michele de Pascale. Sarà il simbolo e la rappresentazione del “si vince solo con il dialogo aperto a tutti“. Ma ci si è fatti prendere la mano e questo “tutti” prevede anche l’arrivo di Maria Elena Boschi di Italia Viva.
Intanto, all’orizzonte si stagliano già le prossime politiche che fanno tornare a galla alcune preoccupazioni rilegate al rapporto odi et amo tra Pd e M5s. Il timore di alcuni parlamentari della minoranza riguarderebbe il ritorno dell’asfissia pentastellata nei confronti dei dem fino alle politiche. Una situazione delicata che delinea anche il rischio, nascente da un “Pd appiattito sulle posizioni di Conte“, del mettersi in vista al margine dei panel, di qualche interprete della linea critica verso Schlein proprio sul tema. Una corrente che per ora Bonaccini ha sempre allontanato.
Nel mentre, riecheggia sul voto Ue una “posizione espressa nell’ottica di un confronto necessario per trovare sempre più convergenze”, sono le perpetue parole di Giuseppe Conte che si odono da Campo Marzio. Un ragionamento che si articola su “nodi da sciogliere per costruire un’alternativa di governo credibile“, afferma il leader pentastellato che non molla sulla linea progressista emersa dalla Costituente ma che sta cercando di ignorare il rendi conto con Beppino Grillo, che affronta la battaglia su quorum e simbolo. Il presidente M5s al contempo non scende in piazza con i sindacati “per questioni di agenda” e non certo “per un sostegno politico mai mancato e ribadito anche oggi“.
Di certo, non è mancato sostegno nei cortei, nei quali è comparsa la segreteria dem con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Mentre mancano all’appello Matteo Renzi e Carlo Calenda. La decisione del leader di Azione riguarda la sua preferenza ad occuparsi della questione europea sottolineando scandalizzato “l’affermazione incomprensibile” di Schlein sulla Commissione. Ma, non molla il palco di Europa Verde unendosi ai leader che a settembre hanno siglato il “patto della birra”.
Ciò che però attira l’attenzione è l’assenza di Renzi in programma che viene commentata dai verdi con un sagace “non apriamo polemiche, è meglio unire ciò che è possibile unire, partendo dal confronto“. Mentre, fonti di Iv riferiscono ribattendo che “la linea Bonelli è la linea ligure. Se non ci vogliono, va bene così: noi non ci andiamo. Contenti loro, contenti tutti“.
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