Il leader di Azione Carlo Calenda ha presentato le sue 130 proposte di modifica alla Legge di Bilancio per il 2025 questa mattina in una conferenza stampa insieme ai parlamentari Elena Bonetti, Matteo Richetti, Valentina Grippo e Giulia Pastorella. Alcuni degli emendamenti sono stati elaborati insieme alle altre opposizioni.
Le proposte di Calenda sulla manovra
Calenda dichiara che un “dato politico” è che “le opposizioni smettono di parlare di come si compongono i ‘campi’ e fanno delle cose che hanno rilevanza per i cittadini”. Annuncia che dopo tanto lavoro le opposizioni hanno presentato delle proposte di modifica alla manovra comuni, in primis quelle sulla sanità. Il leader di Azione considera la manovra “non spericolata, ma che ha come unica linea guida quella di distribuire mance a fronte di una carenza di servizi”. Mentre “noi diciamo il contrario”, perché il problema in Italia deriva dalla carenza di servizi “per cui insieme alle altre opposizioni abbiamo deciso di portare a 6.8 miliardi l’aumento al fondo sanitario“.
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E se l’idea di fondo del governo è che il Paese “si accontenta a fronte della distribuzione di soldi che sono dei contribuenti”, le proposte di modifica avanzate sono invece opposte. Queste risorse dovranno per loro essere prese dal “definanziamento di altri bonus”, come quello della caldaia, che costa tre miliardi: “In un Paese dove non riesci a fare una tac in tempi dovuti io ti do i soldi per la caldaia…?”.
Oltre la sanità, tra le proposte di Calenda ci sono il ripristino dei fondi sull’automotive, l’estensione dei congedi familiari e una serie di misure sulla crescita. Riguardo a questo punto il leader di Azione propone delle modifiche anche in vista dei dazi sui prodotti europei che Donald Trump potrebbe introdurre il prossimo anno, quando diventerà presidente. Questi “valgono 270 miliari di euro di maggior costo per le imprese italiane, che già pagano 3 volte in più l’energia elettrica rispetto agli Usa. L’Ue rischia la recessione. Ci attende una situazione di crisi senza precedenti”. Per Calenda il governo non ha considerato risorse per la crescita nella manovra.
“Io dico a Meloni in modo personale e diretto che se non si fa un intervento politico industriale, il prossimo anno perdiamo imprese e decine di migliaia di posti di lavoro” avverte. L’Italia è l’unico paese europeo che non ha provvedimenti che diano una mano alle imprese. “Va fatto qualcosa immediatamente, e su questo chiediamo un’interlocuzione al governo”. Aggiunge poi che il governo sta considerando il piano specifico ideato dalle opposizioni per “tagliare i costi delle imprese che producono con un abbassamento del costo della bolletta elettrica”.
Sull’automotive avverte che il settore “il prossimo anno andrà in una crisi senza precedenti” e che Stellantis è un grosso problema, ma è una parte del problema complessivo dell’automotive, “dove ci sono altri 230mila lavoratori nelle
aziende che forniscono i materiali”. La proposta è quella di inserire l’automotive nei settori energivori, abbassando i costi della bolletta.
Calenda commenta anche la polemica in cui Elon Musk ha criticato la decisione dei giudici italiani sui 5 migranti nel centro in Albania. Il leader di Azione sottolinea che “è pronta una trasformazione degli Usa da democrazia a oligarchia”, dove i miliardari entrano a far parte della politica dei loro paesi, “ma fanno una ingerenza nei fatti di politica interna degli altri paesi”. Afferma che gli Usa sono cambiati rispetto al 1945 e che presto “considereranno l’Europa un’area politica da sfasciare, da predare e da ostacolare attraverso i dazi”.
Un altro argomento che affronta è la questione dei migranti in Albania, che per Calenda è un’operazione che non esiste. “Se non intervenisse la magistratura, cosa che io auspicherei, vedremmo con chiarezza che dentro quel centro che costerà 800 milioni di euro ci saranno alla fine 10/15/20 migranti. È una cosa sensata?”. Per il leader di Azione si tratterebbe di un’operazione slogan e afferma che la magistratura non deve decidere quali sono i paesi sicuri “perché non succede negli altri paesi europei e credo dobbiamo tenere tutti i toni bassi su qualunque cosa”.
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