Carlo Calenda si dice preoccupato per il futuro che attende l’Italia e l’Europa alla luce delle ultime evoluzioni che hanno riguardato l’economia e la politica mondiale. L’elezione del repubblicano Donald Trump negli Stati Uniti e la crisi del settore industriale in Europa sarebbero dei campanelli di allarme da non ignorare e soprattutto da affrontare con una certa serietà che ad oggi, secondo il leader di Azione, mancherebbe all’Italia.
“La recente polemica tra Meloni e Schlein è una cosa da quinta elementare” ha infatti dichiarato l’ex volto del Terzo polo, criticando duramente il comportamento delle due leader che al momento non sembrerebbero voler affrontare chiaramente un problema che potrebbe essere realmente deleterio per il sistema Paese italiano. Allo stesso tempo, però, anche il leader della Cgil avrebbe deciso di seguire una strada poco consona, costellata di pericoli e soprattutto di destabilizzazioni della pace dell’Italia. “Il tempo degli slogan e delle prese in giro è finito” ha infatti dichiarato il leader di Azione, esortando a misure di sostegno per il settore industriale e di conseguenza per l’economia italiana.
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Calenda, inoltre, non sarebbe tranquillo neanche sul fronte della politica estera. L’elezione di Trump potrebbe significare per l’Italia, così come per l’Unione europea, un rallentamento significativo sul fronte dello sviluppo tecnologico e dell’industria automobilistica. Secondo il leader di Azione, infatti, l’unico modo in cui l’Ue potrebbe sopravvivere prevedrebbe la creazione di un fronte comune che sia realmente in grado di tenere testa alla superpotenza americana, così come a quella cinese.
Calenda: “Dobbiamo dare risposte serie al settore dell’automotive”
Il leader di Azione sarebbe pronto a collaborare per un piano industriale solido e serio che possa aiutare realmente quei settori della nostra economia che sarebbero sull’orlo del collasso. La competitività è un fattore che ormai da decenni manca al settore di produzione di automobili del nostro Paese, che conta circa 270 mila lavoratori, che potrebbero pagare in prima persona le conseguenze di una gestione sbagliata della situazione. Ciò che sta accadendo in Germania, con la Volkswagen, e in Giappone, con la Nissan, potrebbe essere solo un preludio della catastrofe che attende il nostro Paese.
“Vogliamo sederci a un tavolo e dare per una volta una risposta seria?” ha quindi chiesto Carlo Calenda, nel corso del suo intervento a Sky Tg24, rivolgendosi principalmente a Giorgia Meloni ed Elly Schlein e criticando il loro recente battibecco. “Possiamo affrontare quello che sta arrivando con le battutine sull’olio di ricino e il caviale?” ha infatti affondato l’ex leader del Terzo polo, sottolineando che lo spettacolo impersonato dalle due leader avrebbe ricordato “il bar dello sport“. D’altro canto, Calenda avrebbe provato a prendere in mano la situazione, decidendo di recarsi personalmente in uno stabilimento della Maserati dove “è crollata la produzione del 70%“.
Numeri spaventosi, che però, secondo il leader di Azione, non troverebbero un aiuto sostanziale neanche negli ambienti sindacali. “Landini usa un linguaggio mai usato in questo settore e parla di rivolta sociale“, ricorda Calenda, in riferimento alle parole del leader della Cgil in riferimento alla Legge di bilancio 2025. “Quello di Landini da molti anni è populismo sindacale, non ha fatto nulla per tanti anni su Stellantis” ha continuato l’esponente politico, esortando Landini a “fare il suo lavoro“. Secondo Calenda, infatti, si sarebbe ormai giunti ad una situazione piuttosto complessa su cui è necessario agire con una certa lungimiranza e non esortando il popolo a scendere nelle piazze.
Calenda: “Trump ha un programma anti-europeo“
L’altra grande preoccupazione di Carlo Calenda riguarda i possibili scenari che l’amministrazione di Donald Trump porterà con sé. “Penso che l’America si stia trasformando da democrazia in oligarchia” ha dichiarato il leader politico, sostenendo che nel Paese d’oltreoceano sia ormai presenti una decina di conglomerate finanziarie e industriali, soprattutto nell’area big tech, che di fatto controllano il governo. In questo modo, ha spiegato il leader di Azione, si salderebbe “il capitalismo con una visione molto autoritaria del potere” e tutto ciò accadrebbe in un Paese che fino a questo momento è stato simbolo di libertà.
La figura di Trump è però preoccupante per l’Europa anche in vista dei suoi piani economici. “Non ci sono solo i dazi, Trump ha una politica e un programma fortemente anti-europeo: è la tempesta perfetta” ha spiegato il leader di Azione, chiarendo che quella che verrebbe a crearsi sarebbe una situazione estremamente preoccupante ed aggravata dall’amicizia che il miliardario potrebbe costruire con Vladimir Putin e Viktor Orban. “Il rischio è la frattura interna al progetto europeo, con i paesi fondatori come Francia e Germania allo sbando” ha aggiunto Calenda, pronto ad esortare l’Italia: “Abbiamo un’occasione storica, sostenere la commissione europea“.
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