Calenda riceve violenza sui social dopo commento su guerra Israele-Hamas: solidarietà da Azione

Carlo Calenda ha sperimentato una grande violenza contro di lui sui social dopo aver criticato "chi partecipa a manifestazioni in cui si urlano slogan in arabo del tenore di 'morte agli ebrei' e di aver negato l'intento genocida di Israele nei confronti del popolo palestinese"

Redazione
4 Min di lettura

Carlo Calenda, il leader di Azione, ha ricevuto una grande quantità di violenza gratuita e minacce sui suoi social media, dopo aver fatto un commento riguardante la guerra tra Israele e la Palestina. Diversi membri del partito hanno commentato la situazione ed espresso solidarietà al leader.

Carlo Calenda, leader di Azione
Carlo Calenda, leader di Azione

Calenda, il commento criticato

Il leader di Azione ha spiegato quanto successo: “Le liste di proscrizione di ‘sionisti’ sono chiaramente un invito alla violenza. E così vanno trattate sotto un profilo legale. Ma il problema è oramai più generale. La violenza, per ora verbale, si accende sui social a ogni discussione su Israele“. Ha raccontato che nei giorni scorsi un ex grillino ha utilizzato un suo video su Israele che è stato modificato e sono state aggiunte foto di vittime palestinesi, per invitare i suoi follower a recarsi sui suoi profili social e insultarlo.

Da quel momento dice di aver ricevuto centinaia di messaggi violenti con minacce personali e alla famiglia. “In dieci anni di attività politica e di Governo e di gestione di dossier complessi e controversi, non avevo mai sperimentato un tale livello di violenza” confessa.

Pare che questa violenza sia nata per “aver condannato chi partecipa a manifestazioni in cui si urlano slogan in arabo del tenore di ‘morte agli ebrei’ e di aver negato l’intento genocida di Israele nei confronti del popolo palestinese”. Calenda dice di condannare l’azione del governo Netanyahu quando non rispetta le regole della guerra moderna in fatto di vittime civili. E che i proclami dei politici dell’estrema destra israeliana non differiscono da quelli dei comandanti di Hamas in fatto di gravità.

La mia posizione è dunque certamente non tenera con Israele, di cui però riconosco il diritto a difendersi nell’ambito di un perimetro che non sta rispettando e quello di eliminare in modo mirato gli autori degli attentati del 7 ottobre ospitati da Stati canaglia. Qualsiasi posizione articolata non soddisfa ovviamente le tifoserie contrapposte e genera una messa all’indice che ha conseguenze pericolose”.

Conclude dicendo che la semplificazione di vicende complesse in tifo da stadio è oramai un dato acquisito della democrazia all’epoca dei social. L’istigazione alla violenza non può essere però tollerata, rappresentando un ulteriore passo verso il baratro politico e culturale che sta distruggendo le democrazie”.

La solidarietà da parte dei membri di Azione

Il deputato Ettore Rosato, vicesegretario di Azione, scrive sui social per mandare solidarietà al leader: “La violenza utilizzata sui social contro Carlo Calenda e la sua famiglia sono il frutto di chi vede la politica solo come un nemico da abbattere per poter affermare se stesso. E usa i suoi facinorosi tifosi come clave. Tutto il contrario di quello che serve, tutto il contrario di una democrazia, tutto il contrario di una politica che anche Carlo interpreta. Solidarietà e amicizia a lui e ai suoi cari”.

Lo stesso fa Elena Bonetti, vicepresidente di Azione: “Le minacce ricevute da Carlo Calenda sono il segno di un dibattito politico piegato sulla violenza e il conflitto. Non possiamo continuare ad assistere inermi a questo imbarbarimento che uccide la democrazia. Serve un rinnovato slancio di responsabilità da parte della politica per rilanciare con forza il dialogo e il rispetto. Perché le istituzioni e la democrazia sono forti solo nel confronto tra le idee e nell’accettazione dell’altro. Un abbraccio grande a Carlo e alla sua famiglia, non sono soli”.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo