Calenda e Renzi, il sipario sul Terzo polo apre a nuove alleanze

Uno a destra e l'altro a sinistra: il gioco delle alleanze è iniziato

Giulia Fuselli
2 Min di lettura

Il Terzo polo è ormai storia vecchia. Il leader di Azione, Carlo Calenda e il volto di Italia Viva, Matteo Renzi, dopo essersi detti addio hanno cominciato a guardarsi intorno, cercando nuove possibili alleanze. Per l’ex premier non è certo la prima volta a doversi mettere in gioco, affrontando questioni spinose all’ordine del giorno mentre per Calenda la questione è riuscire ad avvicinarsi al centrodestra.

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Calenda e Renzi, il sipario sul Terzo polo apre a nuove alleanze 3

All’inizio del ‘divorzio’, Renzi aveva provato ad andare d’accordo con Forza Italia di Tajani, ma il tentativo è stato un fallimento. Dopo il clamoroso flop alle elezioni Europee, Calenda e Renzi hanno iniziato una fase di riposizionamento politico in vista delle Politiche nel 2027. Il riposizionamento si muove a 360 gradi.

Renzi e Calenda: questioni di coalizioni

Calenda consolida le intese con il centrodestra. Come riporta Il Giornale “in Basilicata l’asse tra il governatore forzista Vito Bardi e Marcello Pittella, plenipotenziario calendiano in terra lucana, si rafforza. Pittella incassa la presidenza del Consiglio regionale. E rumors (non confermati) danno addirittura un fedelissimo di Pittella prossimo all’ingresso nel governo, con il ruolo di sottosegretario, in caso di mini-rimpasto“. Lo stesso accade in Piemonte, ove regge l’accordo tra il forzista Alberto Cirio, presidente della Regione, e il calendiano Enrico Costa.

Insomma, uno a destra e l’altro a sinistra. Si vede già dalla posizione di Calenda rispetto le polemiche su Arianna Meloni, sorella della premier. “Il caso Arianna Meloni? Siamo alle solite: l’estate è iniziata azzuffandosi su faccende insignificanti come l’inquinamento della Senna e finisce combattendo su storie che non hanno senso”, ha detto intervistato dal Quotidiano nazionale.

Sul dossier Giustizia lo scambio tra il leader di Azione e Renzi è evidente. Il capo di Iv dice no allo scudo per i governatori e non si esprime sulla modifica della Legge Severino. Calenda invece è favorevole a rivedere la norma sulla sospensione degli amministratori locali in caso di condanna in primo grado.

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