Calenda attacca Meloni: “Ha fatto una denuncia su un decreto che ha votato lei”

Carlo Calenda ha criticato l'esposto presentato da Giorgia Meloni al procuratore Antimafia Melillo per quanto riguarda le infiltrazioni criminali nell'immigrazione regolare del Decreto flussi

Redazione
4 Min di lettura

Carlo Calenda, leader di Azione e candidato alle prossime elezioni europee, ha voluto commentare alcune delle ultime vicissitudini politiche che si sono verificate nel nostro Paese. In primis la proposta del governo Meloni di ridurre i problemi legati alla sanità con un decreto ad hoc, che secondo Calenda avrebbe però delle mancanze strutturali non trascurabili. “Non ci sono soldi per attuare il decreto” ha dichiarato il leader di Azione, sottolineando che il reale obiettivo del governo è quello di “illudere i cittadini“.

Calenda si è mostrato molto critico e ha voluto ribadire che dal suo punto di vista “è immorale illudere chi aspetta un operazione, è vergognoso e inaccettabile“. Gli attacchi del leader di Azione, però, non si fermano al decreto liste d’attesa ma si rivolgono anche alla gestione dell’immigrazione da parte del governo Meloni.Ha fatto una denuncia su un provvedimento che ha varato lei” ha tuonato Calenda, in riferimento al decreto flussi, criticato da Meloni perché potrebbe essere infiltrato dalle organizzazioni criminali.

Giorgia Meloni
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Sono livelli di surrealtà per cui il tappo di Salvini è quasi normalità” continua ironicamente Calenda, prima di passare all’attacco contro il leader della Lega: “Salvini non è degno di allacciare la scarpa sinistra al presidente della Repubblica“.

Calenda: “Salvini in un Paese normale non lo metterebbero ad arrotare coltelli per strada

Il leader di Azione non ha risparmiato critiche al volto della Lega, sostenendo che tutto ciò che lui dice “non vale nulla” e aggiungendo che “in un Paese normale non è che non farebbe il vicepremier, non lo metterebbero ad arrotare i coltelli per strada, neanche a svitare tappi, come sappiamo“.

Molto duro anche nei confronti del progetto del governo Meloni dei centri per migranti in Albania: “Che senso ha? È un teatro, l’Albania è uno slogan. Si parla di spendere 650 milioni se va bene, 850 per 6mila migranti l’anno. E se glieli da quei soldi se ne vanno da soli…Il costo giornaliero di un migrante in Albania, se va bene, è 5 volte superiore a quello che paghiamo in Italia, se va male 15“.

Calenda: “Alle Europee io spero che Azione vada oltre il 5%

Parlando di elezioni Europee, Calenda ha commentato le liste degli Stati Uniti d’Europa, sostenendo che “ci sono candidati che andranno nei socialisti, altri nei popolari“, mentre i candidati di Azione andranno tutti nel gruppo di Renew Europe. Continuando a parlare di Europee, Calenda ha poi espresso la sua volontà di poter collaborare con Emma Bonino, esprimendo il suo rammarico per “non averla avuto con sé“.

Il leader di Azione ha dichiarato ad Ansa di aver voluto “costruire un polo repubblicano e verde che risponda a elettori di centrodestra e centrosinistra, molti dei quali sono rimasti delusi” dagli altri partiti. Parlando poi di Forza Italia, Calenda ha affermato che dal suo punto di vista il partito di Tajani “non può erodere voti” perché “è un partito che sta chiedendo di votare una persona defunta“.

Per quanto riguarda il M5S, Carlo Calenda ha invece criticato la mozione riguardante il riconoscimento dello Stato di Israele. “Io credo che Netanyahu sia una sciagura per Israele” ha sostenuto il leader di Azione, aggiungendo però che “nessuno risolverà la situazione in Medio Oriente con una mozione. Si otterrà con il cessate fuoco e con la restituzione degli ostaggi“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo