Calderoli insiste sull’autonomia: “Garantisce cure uguali per tutti, da Milano a Reggio Calabria”

L'autonomia, per Calderoli, è uno strumento fondamentale per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani e per permettere alle regioni di rispondere in modo più adeguato alle proprie specifiche esigenze, senza essere ostacolati da un centralismo burocratico

Redazione
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Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, ha recentemente espresso il suo punto di vista sulla questione dell’autonomia regionale durante un intervento agli Stati generali della Sanità organizzati dalla Lega a Milano. Il tema dell’autonomia, che è al centro del dibattito politico, è stato trattato dal ministro con particolare attenzione ai temi della sanità, della giustizia e della gestione delle risorse pubbliche.

Le parole di Calderoli

Una delle principali argomentazioni di Calderoli riguarda il diritto di tutti i cittadini italiani ad avere le stesse opportunità di cura, indipendentemente dalla regione in cui risiedono. Il ministro ha sottolineato che l’autonomia, unita alla definizione chiara dei livelli essenziali di assistenza (LEA), garantirebbe a ogni cittadino il diritto di essere curato in qualsiasi parte del paese, senza dover affrontare lunghi viaggi per accedere a cure adeguate. Calderoli ha dichiarato che l’autonomia non divide, ma piuttosto permette di rendere il sistema più efficiente e di far funzionare meglio le risorse su tutto il territorio nazionale, da Milano a Reggio Calabria.

Una delle sue osservazioni più incisive riguarda la gestione delle risorse da parte dello Stato centrale. Calderoli ha denunciato come il governo centrale spenda troppo e male, con un debito pubblico che ha ormai raggiunto i 3mila miliardi. Ha citato come esempio le spese per la giustizia, che in Italia risultano superiori rispetto ad altri Stati europei, senza che l’amministrazione della giustizia abbia raggiunto i risultati desiderati. Il ministro ha poi posto l’accento sull’istruzione, ricordando che l’Italia si trova al 31° posto su 36 Paesi Ocse per quanto riguarda le materie scientifiche. Non ha mancato di difendere la sanità, che purtroppo viene spesso criticata ingiustamente. Nonostante le difficoltà, Calderoli ha evidenziato che il 90% della sanità in Italia è gestito dalle Regioni e che l’Italia occupa posizioni di rilievo nelle classifiche internazionali.

Calderoli ha anche affrontato il tema della gestione delle risorse, rispondendo alle critiche riguardo a presunti tagli ai fondi per la sanità. Secondo il ministro, le risorse destinate alla sanità quest’anno ammontano a 136,5 miliardi di euro, un record storico. Ha respinto le accuse secondo cui il governo avrebbe tagliato i fondi, definendole false e imputandole a chi in passato ha veramente ridotto le risorse. Calderoli ha ribadito che, pur riconoscendo che si può sempre fare di più, i fondi per la sanità sono adeguati e non sono stati diminuiti.

In merito alla questione dell’autonomia, Calderoli ha sollevato un altro punto interessante: come si può paragonare una regione come il Molise, con una popolazione di 350.000 abitanti, alla Lombardia, che ne ha 10 milioni? Secondo il ministro, le risposte alle sfide locali devono essere diverse a seconda delle caratteristiche specifiche di ogni regione. Ha sostenuto che l’attuale sistema, che impone alle regioni di seguire leggi di bilancio rigide e centralizzate, è inefficace e non risponde adeguatamente alle reali necessità delle diverse realtà regionali. Per questo, Calderoli ha proposto un sistema in cui le regioni siano chiamate a rispettare i LEA e a mantenere l’equilibrio di bilancio, ma con una maggiore libertà di azione per gestire le risorse e le politiche a livello locale.

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