“La decisione dello sciopero generale è senza senso“, così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato la decisione dei sindacati, guidati dalla Cgil, di interrompere le trattative per il contratto dei metalmeccanici, sottolineando che il governo “si è impegnato ad abbassare le tasse” come richiesto dalle categorie. Le parole del titolare del Tesoro arrivano quasi in contemporanea con la notizia dell’approvazione, all’interno del decreto legge fiscale approvato dal Consiglio dei ministri, dell’allargamento della platea dei lavoratori che potranno beneficiare del cosiddetto “Bonus Natale“, ovvero l’aumento di 100 euro nella busta paga dei lavoratori dipendenti a basso reddito, e della riapertura dei termini del concordato fiscale preventivo fino al 12 dicembre.
“Abbiamo ascoltato le categorie“, ha spiegato il viceministro del Mef Maurizio Leo, ideatore del concordato, chiarendo che il Ministero e il governo si sono impegnati per cercare di creare una Manovra che includesse provvedimenti utili alle famiglie italiane, con particolare attenzione a quelle con redditi bassi e con figli a carico. Intanto, continua il battibecco tra le forze di maggioranza sulla paternità del nuovo concordato e sulla possibilità di utilizzare il gettito da questo garantito per il taglio dell’Irpef e della Flat Tax.
Da un lato il vicepremier forzista Antonio Tajani continua a sostenere che le risorse verranno utilizzate per “far pagare meno tasse alle famiglie” e per “abbassare l’Irpef“, dall’altro la Lega continua a spingere affinché i fondi aggiuntivi vengano utilizzati per l’estensione della Flat Tax. Le opposizioni, invece, continuano a sostenere che i provvedimenti contenuti nella Legge di bilancio non siano sufficienti e si sono armati di migliaia di emendamenti per modificarla. In totale, la maggioranza dovrà sfoltire ben 4500 proposte di modifica, in tempi brevissimi. Oggi sono inoltre previste tre conferenze stampa individuali dei leader delle opposizioni, Elly Schlein, Giuseppe Conte e Carlo Calenda, che illustreranno le loro proposte.
Leo: “Bonus Natale spetterà a 4,5 milioni di cittadini“
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato in una nota che “la platea dei contribuenti che percepiranno il bonus di 100 euro a Natale passerà da più di un milione a oltre quattro milioni e mezzo“, sottolineando che a partire da quest’anno è stato eliminato il requisito di avere il coniuge a carico, perché basterà avere almeno un figlio a carico per accedervi.
Il viceministro ha dichiarato che questa decisione è “una ulteriore spinta per i consumi natalizi, un aiuto in più ai lavoratori e ai contribuenti in un momento particolare dell’anno, quando le spese familiari tendono ad aumentare“, che si affianca ad altre agevolazioni già messe in atto, tra cui la riduzione dell’Irpef e del cuneo fiscale, per sostenere le famiglie e promuovere una maggiore crescita economica.
Manovra, i nuovi termini del Bonus Natale
Il nuovo Bonus Natale includerà anche i redditi più bassi e amplierà la platea dei fino a quattro milioni e mezzo, includendo anche i genitori senza coniuge a carico. Un successo per il governo e un sollievo per i lavoratori che avranno la possibilità di accedere al provvedimento. Il Consiglio dei ministri ha quindi stanziato nuove risorse, circa 100 milioni di euro affinché il Bonus potesse essere esteso ad una platea più ampia di lavoratori.
La formula del nuovo Bonus ricalca quella del 2023 e prevede che l’aumento sia garantito ai contribuenti con redditi fino a 28mila euro con figli e coniuge a carico, non legalmente separato, vedovo o con coniuge privo della patria potestà. Da quest’anno, inoltre, saranno incluse anche le famiglie mono genitoriali. “Abbiamo trovato le risorse per arrivare all’incirca al raddoppio dei beneficiari del Bonus per includere, come avevano chiesto anche le opposizioni, chi era rimasti fuori all’inizio” ha infatti spiegato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
I dubbi dei commercialisti sul concordato fiscale
L’apertura della seconda fase del concordato fiscale sembrerebbe aver convinto solo il governo e non le categorie che potrebbero usufruirne. L’associazione dei giovani commercialisti ha infatti commentato la notizia, dichiarandosi insoddisfatta e sottolineando le falle che la riapertura dei termini del concordato porterebbe con sé. “Ci costringe a rivedere l’organizzazione delle attività dei nostri studi, con dispendio di risorse e aggravio delle procedure” si legge nella nota da loro pubblicata, in cui l’associazione affonda contro l’operato del governo: “Si tratta dell’ennesima dimostrazione di un palese fallimento della tanto proclamata volontà di creare un rapporto di fiducia con fisco e contribuenti“.
Un certo scetticismo è stato mostrato anche dal leader dell’associazione nazionale commercialisti, Marco Cuchel, il quale ha sostenuto che con la riapertura dei termini “difficilmente si concretizzerà un extra gettito soddisfacente utile al raggiungimento dei 2,5 miliardi previsti originariamente“. Secondo Cuchel, infatti, il secondo concordato potrebbe garantire un gettito compreso tra i 200 e i 400 milioni in più.
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