Bocciata la proposta di legge Schlein sull’aumento dei fondi al SSN

Ancora nessuna speranza per il risollevarsi del servizio sanitario del nostro Paese, congestionato da tempo a causa di mancanza di risorse e politiche che non lo hanno sostenuto. L'ultimo tentativo di rimediare al danno, da parte del Partito Democratico, ha incontrato l'opposizione della maggioranza, ancora una volta per lo stesso antico motivo: non ci sono i fondi

Redazione
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Nella giornata di ieri, la Camera dei Deputati ha bocciato con 128 voti favorevoli e 78 contrari l’emendamento soppressivo dell’articolo 1 della proposta di legge presentata da Elly Schlein, che prevedeva un significativo incremento dei fondi destinati al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La proposta di legge, sostenuta dal Partito Democratico (PD), mirava a rafforzare il sistema sanitario pubblico attraverso un aumento graduale dei finanziamenti, prevedendo di raggiungere un finanziamento pari al 7,5% del PIL entro il 2028. La proposta includeva anche l’eliminazione del tetto di spesa per il personale e interventi mirati a ridurre le liste d’attesa.

Fondi al SSN: fallito il tentativo di rinvio

Il testo è giunto in Aula con il parere contrario della commissione Bilancio a causa delle incertezze sulle coperture finanziarie. Di fronte a queste difficoltà, il Pd aveva tentato un’ultima mossa per salvare il provvedimento, proponendo un rinvio in commissione per individuare soluzioni che potessero essere accettate entrambe le parti. La capogruppo Dem, Chiara Braga, ha lanciato un appello alla maggioranza per discutere ulteriormente la proposta, ma la richiesta è stata respinta con un margine di 41 voti.

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia (FdI), ha respinto fermamente la richiesta di rinvio, affermando che “non si approvano leggi senza copertura“. Foti ha sottolineato l’impegno del suo gruppo nel sostenere la sanità, ma solo con coperture finanziarie certe. Ha anche ricordato la richiesta d’urgenza presentata dai Dem e ha difeso i provvedimenti già adottati dal governo per affrontare il problema delle liste d’attesa, definiti però “vuoti” da Elly Schlein.

Tommaso Foti, Autonomia differenziata
Tommaso Foti

Intervenuta in Aula prima di partire per Bruxelles per impegni con il Partito Socialista Europeo, la segretaria del PD Elly Schlein ha criticato duramente la maggioranza, accusandola di utilizzare una “scusa burocratica per affossare la proposta. “Gettate la maschera, noi continueremo nella nostra battaglia“, ha dichiarato Schlein, ribadendo l’importanza di un maggiore investimento nel sistema sanitario pubblico.

Le critiche delle altre forze politiche

La decisione della maggioranza di centrodestra di respingere la proposta di legge Schlein ha suscitato forti reazioni tra le opposizioni. Andrea Quartini del Movimento 5 Stelle (M5S), insieme a esponenti di Verdi-Sinistra e Azione, ha criticato il comportamento della maggioranza, definendolo un “blitz” che ha umiliato il Parlamento. Luigi Marattin di Italia Viva ha sottolineato la necessità di coperture finanziarie adeguate, ma ha anche criticato i “populismi” presenti da entrambe le parti del dibattito.

La bocciatura della proposta di legge Schlein si inserisce in un contesto politico già teso, segnato da divisioni profonde tra maggioranza e opposizione. Il provvedimento avrebbe rappresentato un passo significativo verso un maggiore sostegno al SSN, un tema particolarmente sentito in un periodo in cui la sanità pubblica risulta fortemente sotto pressione a causa di una forte mancanza di risorse, liste d’attesa lunghissime e numero sempre maggiore di medici e infermieri che decidono di abbandonare il paese per ottenere stipendi più alti all’estero.

Nonostante la bocciatura della proposta di legge Schlein, la Camera ha mostrato la capacità di trovare consenso su altre iniziative. Nella giornata di ieri è stata approvata all’unanimità una proposta di legge di iniziativa parlamentare a prima firma di Marco Furfaro (PD), volta a garantire l’accesso al medico di base per le persone senza fissa dimora. Questo provvedimento prevede uno stanziamento di due milioni di euro in due anni per una sperimentazione nelle città metropolitane.

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