Bianchi su scuola: «Investimenti per 300 milioni e 100mila assunzioni» 

Redazione
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Il ministro dell’Istruzione a Torino parla dello sciopero che ha riunito il personale scolastico: «È un momento di riflessione, ma non faremo tagli» 

«Non si toglie niente alla scuola. Stiamo lavorando per mantenere una scuola funzionante pur di fronte ad una riduzione drammatica degli studenti e in una situazione che in precedenza non ha consentito il ricambio generazionale degli insegnanti», così Patrizio Bianchi commenta gli scioperi avvenuti nella giornata di lunedì maggio nel comparto scolastico. 

Il ministro interviene al Festival internazionale dell’Economia, a Torino. «Stiamo reintegrando tutte le funzioni. Quindi mantenere il budget è già una conquista, lo stiamo facendo e lo faremo in futuro – continua il vertice del ministero dell’Istruzione – ieri è stato un momento di riflessione per tutti, aldilà dei numeri. Noi non facciamo tagli: la vecchia legge voleva 130mila insegnanti in meno che invece rimangono». 

Investimenti e nuove assunzioni per il prossimo anno

In vista del prossimo anno scolastico, Bianchi intende investire nel comparto delle assunzioni. Secondo il ministro sono stati messi 300 milioni in più rispetto al passato: questo comporta che per il prossimo ciclo scolastico saranno circa 100mila le assunzioni che entreranno nell’organico insegnanti. 

«Si parla di tagli alle nomine ma noi abbiamo garantito numeri mai visti prima. L’anno scorso abbiamo aggiunto oltre 57mila insegnanti, 63mila quest’anno. Questi numeri li paghiamo recuperando tutto il turnover che non è stato fatto in precedenza, recuperando tutte le risorse che abbiamo disperse nel sistema – continua il ministro a Torino – Stiamo investendo 17 milioni e mezzo per la scuola. Sono numeri altissimi rispetto alle marginalità del passato. La vera emergenza e che in questo paese mancano e mancheranno i bambini. Il vero problema è demografico». 

Bianchi: «Serve una certificazione anche a 16 anni» 

Continua l’intervento di Patrizio Bianchi al dibattito “Istruzione, crescita e uguaglianza” all’interno del Festival internazionale dell’Economia, a Torino. Il ministro dell’istruzione commenta il problema della dispersione scolastica, ovvero il ritiro degli studenti dal percorso di formazione prima che si ottengano una licenza valida per l’inserimento all’interno del mondo del lavoro.

«Il vero buco del sistema scolastico è che tra i 14 anni, quando finisce il ciclo con diploma, e i 16 anni, quando finisce la scuola dell’obbligo, non vi è alcuna certificazione: bisognerebbe quindi implementare questo sistema in modo tale che tutti i nostri studenti non siano dispersi per l’Europa. È un problema che sottoporrò alle Camere». 

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