Berlusconi, il primo bollettino: chemio per curare la leucemia

Red
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Zangrillo: il Cav ha una leucemia mielomonocitica cronica. Accertata l’improbabilità di evoluzione in leucemia acuta

Silvio Berlusconi è attualmente ricoverato in terapia intensiva per la cura di un’infezione polmonare. Alle 15:15 il fratello Paolo e la figlia Marina sono tornati all’Ospedale San Raffaele.

Il primo bollettino medico: la conferma della leucemia

L’evento infettivo si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui il l’ex premier è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta. La strategia terapeutica in atto prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti. È quanto si evince dal bollettino medico firmato da Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri.

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Il fratello Paolo torna nel reparto di terapia intensiva cardiotoracica del San Raffaele

Cos’è la leucemia mielomonocitica cronica

L’ex premier è affetto da una forma leucemica cronica – non delle più aggressive – che colpisce soprattutto in età avanzata (mediamente l’insorgenza è a 70 anni). Si cura quando possibile con il trapianto di cellule staminali, come avvenuto di recente per un altro caso celebre, quello dello scrittore Alessandro Baricco.

La leucemia mielomonocitica cronica, di cui soffre Silvio Berlusconi, come comunicato oggi dal San Raffaele, ha un’incidenza annuale stimata in 1,0 ogni 100.000 persone. Una forma cronica, dunque, che però presenta il rischio concreto che si trasformi in una leucemia mieloide acuta, molto più grave e pericolosa. La strada migliore da intraprendere, come detto, è quella del trapianto di cellule staminali da donatore. Dopo una fase di chemioterapia, cosiddetta di contenimento, occorre cercare un potenziale donatore all’interno della famiglia del paziente stesso o all’esterno. Le cellule possono essere prelevate dal midollo osseo o dal sangue periferico, ma non sempre le condizioni e l’età del paziente consentono il trapianto. 

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