Il Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) potrebbe presto perdere il suo direttore generale. L’ambasciatrice Elisabetta Belloni, già sherpa per il G7, sarebbe infatti in lizza per un incarico tecnico al fianco di Ursula Von der Leyen, a Bruxelles. In parte, proprio per questo motivo avrebbe deciso di anticipare di qualche mese la fine naturale del suo mandato, annunciando già la sua decisione al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi, Alfredo Mantovano.
Sulla questione vi sarebbe il massimo riserbo, come sottolineato dall’indiscrezione di Repubblica. Belloni avrebbe comunicato la sua decisione ad alcuni amici nel corso del mese di dicembre e poi, in occasione delle festività, avrebbe avvertito anche il Presidente e il sottosegretario. La conferma è giunta, però, dalle stesse labbra dell’ambasciatrice, stavolta al Corriere della Sera: “Lascerò dal prossimo 15 gennaio, è una decisione maturata nel tempo“. Nessun commento, però, sui motivi delle dimissioni.
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Proprio Giorgia Meloni, nella consapevolezza del peso della notizia e delle difficoltà che la scelta di un successore potrebbe garantire, ha chiesto a Belloni di ritardare le dimissioni di qualche settimana, così da far concludere il periodo festivo e dare più tempo alle istituzioni per trovare una decisione.
Belloni, cosa sappiamo sulle dimissioni
Oltre alla possibilità di un trasferimento a Bruxelles, sembrerebbe che alla base della decisione di Elisabetta Belloni vi siano altre difficoltà riscontrate nel corso del suo mandato. Sembrerebbe, sempre secondo quanto riporta Repubblica, che l’ambasciatrice abbia riscontrato dei problemi di cooperazione con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con cui i rapporti sarebbero divenuti piuttosto tesi.
Allo stesso modo, si vocifera che il direttore generale del Dis abbia iniziato a nutrire difficoltà anche nelle relazioni con il sottosegretario Alfredo Mantovano. La scelta improvvisa di Belloni, inattesa anche dal Presidente del Consiglio, quindi, sarebbe maturata in un contesto simile. Il rapporto tra Meloni e Belloni, però, ha resistito anche ai due anni di governo, rimanendo piuttosto solido e basato sulla reciproca fiducia.
Davanti all’allontanamento del direttore del Dis, però, il premier si trova ora di fronte ad una decisione complessa. Chi potrà sostituire Belloni? Al momento non ci sono certezze, ma sembrerebbe che Palazzo Chigi stia riflettendo sulla possibilità di eleggere Bruno Valensise, già vice direttore del Dis e ad oggi direttore dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna). Proprio questo suo ultimo ruolo, però, potrebbe renderlo una scelta non adatta. Se Meloni decidesse di spostarlo a capo del Dis, infatti, sarà costretta a dover individuare un secondo nome da porre alla guida della Sicurezza interna, scatenando una reazione a catena piuttosto dispendiosa.
Chi è Elisabetta Belloni
Il direttore generale del Dis potrebbe essere pronta per una nuova avventura lavorativa, nuovamente all’estero e soprattutto in un ruolo di spicco e importanza. Belloni, in fin dei conti, ha sin da subito nella sua carriera vestito ruoli di primo piano. Il balzo in avanti, infatti, arriva nel 2004 quando diventa capo dell’unità di crisi della Farnesina. Prima di questa data, Belloni aveva mosso i primi passi come incaricata dalla direzione degli affari politici, poi come rappresentanza diplomatica a Vienna presso le organizzazioni internazionali e all’ambasciata di Bratislava.
Dopo il 2004 viene eletta direttore generale per la cooperazione allo sviluppo alla Farnesina e poi, dal 2016 al 2021, diviene segretario generale del ministero degli Esteri, su volontà di Paolo Gentiloni. Mario Draghi, invece, la chiama a dirigere il Dis, incarico che poi le confermerà anche il premier Meloni.
Nel 2022, la vita di Belloni avrebbe però potuto prendere una piega ben diversa. Nel mezzo delle discussioni per l‘elezione del Presidente della Repubblica, diversi esponenti politici hanno fatto circolare il nome dell’ambasciatrice, che è stata sostenuta da Meloni, Conte, Salvini e altri. La sua elezione, però, viene affossata dal parere di Matteo Renzi e di altri membri del Pd, che decidono quindi di rieleggere Sergio Mattarella.
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