Basilicata, Azione rompe con Pd e M5S: Calenda pronto a schierarsi con la destra

La scelta del candidato unitario in Basilicata, Domenico Lacerenza, ha spaccato l'alleanza del centrosinistra. Calenda, escluso dalla coalizione dal veto di Conte, attacca Pd e M5s: “Oggi i progressisti in Italia sono guidati da Giuseppe Conte, decide tutto lui"

Redazione
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Le Regionali in Basilicata hanno fatto tramontare le speranze di un centrosinistra unito e coeso, così come la segretaria del Pd Elly Schlein l’aveva immaginato. La spaccatura ha riguardato l‘interdizione di Azione di Carlo Calenda a partecipare al Campo Largo a causa del veto posto dal leader del M5S Giuseppe Conte. Escluso dalla sinistra, Calenda potrebbe appoggiare il candidato del centrodestra, Vito Bardi, che essendo più moderato di altri, risulterebbe anche più digeribile agli elettori centristi di Azione.

Basilicata, Conte: “Non lavoriamo con chi ci vuole distruggere”

Carlo Calenda, che ieri prima dell’ufficializzazione del candidato del centrosinistra Domenico Lecerenza aveva contattato telefonicamente la segretaria del Pd Elly Schlein, ha puntato il dito contro il M5s, accusandolo di essersi messo di traverso, per escludere Azione dalla coalizione. “L’avevo sentita poco prima al telefono e non si è disturbata a notificarmi la mia esclusione, Ormai è chiaro che la leadership del centrosinistra ce l’ha il capo dei 5S” ha affermato il leader di Azione.

Giuseppe Conte ed Elly Schlein
Giuseppe Conte ed Elly Schlein

Nonostante questo, la segretaria dem si difende dalle insinuazioni: “Da noi nessuna preclusione all’allargamento della coalizione”. Da parte sua Conte insiste: “Non poniamo veti, ma non lavoriamo con leader che pubblicamente dichiarano che l’obiettivo è distruggere il M5S”.

Infatti dal Pd ricordano, secondo quanto riporta AGI, che il comportamento di Calenda durante le trattative non ha di certo facilitato il dialogo tra le parti in causa. Sulle candidature ha in un primo momento scoraggiato quella di Angelo Chiorazzo, per proporre un suo uomo Marcello Pittella. In un secondo momento, davanti alla risposta negativa di Schlein, ha fatto sapere che avrebbe reso pubblica la candidatura senza più attendere, aprendosi, nel contempo, alla possibilità di sostenere il candidato del centrodestra Vito Bardi. Infine è tornato su Chiorazzo. Troppo anche per chi, come Schlein, ha fatto dell’unità del fronte del centrosinistra il motto delle elezioni Regionali 2024.

Basilicata, addio al campo larghissimo

Quindi in Basilicata il sostegno al candidato non sarà ampio come avvenuto in Abruzzo: al momento il medico oculista Lecerenza, originario della Puglia, è appoggiato da Pd, M5s, Avs e +Europa. Il rischio è che, restando fuori dal perimetro dell’alleanza del centrosinistra, Azione e Italia Viva, andranno a rimpolpare le fila dei sostenitori del centrodestra a guida Bardi, portando con loro tutto l’elettorato di centro.

Dal canto suo, il centrosinistra ha messo in campo un candidato di cui non è del tutto certo. Dopo l’esclusione di Angelo Chiorazzo sono state sollevate una serie di riflessioni all’interno dell’alleanza, sulla credibilità del nuovo designato Lacerenza, che già dalla prima intervista lancia messaggi contrastanti: “Sono stato coinvolto appena ieri pomeriggio. Sono stato catapultato in questa impresa, che può incuriosire, mi rendo conto, ma mi servono 24 ore per orientarmi”, ha spiegato Lacerenza a La Repubblica.

Dopo la spaccatura che si è creata nel centrosinistra e l’incertezza mostrata dal candidato stesso, qualcuno avanza ipotesi di un ritiro del medico dall’impresa di cui è stato investito, fatto che potrebbe favorire un ritorno in campo di Chiorazzo, che aveva deciso di candidarsi già mesi fa e aveva ricevuto l’appoggio di Roberto Speranza e di gran parte del Pd lucano, poi escluso dai veti del Pd e 5S. Sicuramente i veti posti da Conte, prima sul candidato Chiorazzo, poi Carlo Calenda, avvicinano il centrodestra di Bardi alla vittoria: una doppietta agognata da Giorgia Meloni dopo l’Abruzzo.

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