Balneari, Meloni verso il compromesso che accontenta l’Ue

Il governo Meloni potrebbe scegliere la via draghiana del compromesso conveniente sia all'Italia sia all'Ue: al via le gare pubbliche ma con agevolazioni per i concessionari uscenti; resta però l'incognita Salvini

Redazione
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La lettera di rimprovero che l’intransigente Sergio Mattarella ha inviato ieri a Giorgia Meloni sembra aver sortito i suoi effetti: il governo potrebbe essere pronto ad annunciare le prossime mosse riguardanti l’articolo 11 del ddl concorrenza che regolamenta le concessioni balneari e dei commercianti ambulanti. Un decreto legge che potrebbe comportare non pochi problemi al nostro Paese, soprattutto in vista del rapporti con l’Ue, per nulla contenta di come tali concessioni vengano gestite.

Meloni, però, sembra avere le idee chiare e sorprendentemente sembra voler seguire le orme di Mario Draghi: una sorta di compromesso, in grado di accontentare sia l’Italia che Bruxelles, che prevede gare pubbliche per l’elargizione delle concessioni, che però tengano in considerazione gli investimenti dei concessionari uscenti e le persone da loro occupate, così che questi possano ottenere punteggi più alti e quindi agevolazioni all’interno delle gare.

Non si tratta di un concorso truccato, ma del tentativo del governo di andare verso la direzione giusta, senza però abbandonare chi finora ha sempre lavorato duramente e onestamente. Un cambio di rotta non troppo brusco, che però potrebbe permettere all’Italia di allontanarsi da quel costume poco corretto del rinnovo automatico delle concessioni che sta creando al nostro Paese questioni sempre più complesse da risolvere.

L’incognita di Salvini

Nella giornata di oggi il premier Meloni parlerà con la stampa in occasione della conferenza di inizio anno e si presume che possa già in questa occasione rilasciare qualche informazione riguardante le decisioni del governo sulle concessioni. Non c’è nulla di certo, se non che Meloni ha bisogno in questo caso dell’appoggio dell’intera maggioranza.

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Matteo Salvini non intenzionato a piegarsi ad una mediazione

Il nodo Salvini, però, continua a preoccupare e non è ancora chiaro se la soluzione del compromesso possa aver soddisfatto il leader della Lega, che ieri ha risposto al richiamo di Mattarella con una nota altrettanto dura: “Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani“. Quindi, se da un lato Meloni cerca il fronte comune tra i tre partiti di maggioranza, dall’altro Salvini sembrerebbe pronto ad utilizzare le concessioni balneari come nuovo cavallo di battaglia per la corsa alle europee.

Antonio Tajani
Antonio Tajani, leader di Forza Italia

Al contrario Antonio Tajani di FI si è mostrato più accondiscendente, consapevole dei pericoli derivanti dalle decisioni Ue nel caso in cui i contrasti con la direttive Bolkestein -che prevede l’obbligo di gare pubbliche per l’erogazione delle concessioni- dovessero continuare. “Come leader di FI e vicepresidente del Consiglio ritengo che si debba trovare un compromesso, che permetta di rispettare le norme e le decisioni della Giustizia europea e italiana, ma anche di tutelare le imprese balneari e gli ambulanti” ha dichiarato Tajani, prendendo quindi posto nel fronte unito voluto dal premier.

La mediazione con l’Ue

Il governo, comunque, non è del tutto convinto delle ammonizioni giunte da Bruxelles, proprio perché le gare pubbliche dovrebbero essere bandite nel caso in cui le spiagge di un Paese fossero una risorsa scarsa e quindi da distribuire con parsimonia. Questo, però, non sembra il caso dell’Italia, eppure il premier e la maggioranza sembrano intenzionati a chinare il capo davanti alle direttive europee.

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Raffaele Fitto si occuperà della mediazione con Bruxelles

Lo scacco del Mes ha messo il nostro Paese in una posizione scomoda e quindi un nuovo allontanamento dall’alleanza europea a causa delle concessioni balneari non sembra una saggia idea neanche al governo Meloni. Per questo sembra quasi certo che il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, si occuperà della mediazione con la Commissione europea.

Gli obiettivi che la mediazione deve raggiungere sono molteplici: ovviamente cercare di chiudere la procedura di infrazione aperta dall’Ue nei confronti del nostro Paese, evitare che la Commissione si rivolga alla Corte di Giustizia europea per far ottenere una multa all’Italia e in conclusione evitare che si dia inizio ad un far west legislativo all’interno delle Regioni italiane. Ci sono, infatti, Comuni italiani che si stanno già preparando alle gare pubbliche, altri che invece non hanno intenzione di allinearsi alle regole comunitarie, insomma tutti continuano a fare quello che gli pare, seguendo le consuetudini tipicamente italiane.

Il 16 gennaio, comunque, scadrà il termine entro il quale la Commissione Ue deve ottenere una risposta dall’Italia e la speranza è che il compromesso verso il quale stiamo viaggiando riesca ada accontentare tutti.

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