Balneari, tensioni in Toscana, Giani: “Stop del governo atto immotivato”

Secondo Calderoli, la Regione Toscana avrebbe oltrepassato i limiti delle proprie competenze

Redazione
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Nel complesso scenario delle concessioni demaniali, già segnato da tensioni e incertezze, arriva un nuovo colpo per i gestori degli stabilimenti balneari. Il governo, su proposta del ministro leghista agli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha deciso di impugnare la legge regionale della Toscana che introdurrebbe il principio degli “equi indennizzi”. Questa norma, approvata lo scorso luglio, prevedeva che, in caso di gare per l’assegnazione delle concessioni, il nuovo concessionario dovesse riconoscere un indennizzo al concessionario uscente. La proposta era stata ben accolta dalla categoria dei balneari, che la vedeva come una forma di tutela in caso di perdita delle concessioni, offrendo una sorta di paracadute finanziario.

Balneari: la posizione di Calderoli

Tuttavia, il ministro Calderoli ha ritenuto la legge non conforme sia alle norme europee sulla concorrenza e sul libero mercato, sia alla Costituzione italiana. Secondo Calderoli, la Regione Toscana avrebbe oltrepassato i limiti delle proprie competenze legiferando su una materia che spetterebbe esclusivamente allo Stato. Per queste ragioni, il governo ha deciso di impugnare la legge toscana.

Di fronte a questa decisione, la Regione Toscana non intende restare passiva. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, e l’assessore all’Economia e Turismo, Leonardo Marras, hanno espresso forte contrarietà, definendo l’azione del governo “immotivata e irresponsabile”. Giani e Marras hanno sottolineato come la decisione sia avvenuta nonostante le controdeduzioni presentate dalla Regione, e hanno annunciato che difenderanno la legge di fronte alla Corte Costituzionale.

Secondo i rappresentanti regionali, il governo non avrebbe considerato il valore della legge né il contributo proposto dalla Toscana per trovare una soluzione equilibrata alle problematiche delle concessioni balneari. Inoltre, accusano il governo di aver “preso in giro” i concessionari, sostenendo che l’attuale decreto legge in materia sia incompleto, contraddittorio e affrettato. Infine, lamentano che l’esecutivo si sia opposto a una norma che, a loro avviso, avrebbe potuto rappresentare un compromesso più adeguato per tutelare gli interessi di chi lavora nel settore balneare. La battaglia, dunque, si sposta sul piano giuridico, con la Regione Toscana pronta a difendere la propria legge dinanzi alla Consulta.

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