Autonomia, manovra e Veneto: i nuovi terreni di sfida di Tajani e Salvini

"Da prima che ci fosse la sentenza, noi condividiamo quello che ha detto la Corte", ha sostenuto il segretario leghista, commentando la sentenza della Corte Costituzionale sull'Autonomia differenziata e scatenando l'irritazione del partito di Matteo Salvini

Redazione
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I vicepremier di Giorgia Meloni non sembrano pronti a seppellire l’ascia di guerra. La coalizione di governo è solidissima ma questo non impedisce ad Antonio Tajani e Matteo Salvini di scontrarsi su diversi temi, dimostrando il posizionamento distantissimo sullo scacchiere della politica italiana. Autonomia, Legge di bilancio e Regionali in Veneto sembrerebbero essere i nuovi terreni di scontro tra le due forze di maggioranza.

I due leader sarebbero agguerritissimi e sembrerebbe che il segretario azzurro sia pronto a dimostrare che la crescita di Forza Italia potrebbe sbaragliare il Carroccio, che invece annaspa e continua a registrare un calo quasi regolare. Il primo scontro probabilmente si verificherà sulla riforma dell’Autonomia differenziata, tornata tra gli argomenti più discussi a livello politico a causa delle incostituzionalità individuate dalla Consulta all’interno del testo redatto dal leghista Roberto Calderoli.

Il leader di Forza Italia Antonio Tajani
Il leader di Forza Italia Antonio Tajani

Forza Italia, infatti, non avrebbe mai nascosto i suoi dubbi sulla questione, come dimostrerebbe anche la creazione di un tavolo di controllo sull’individuazione da parte degli esperti dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) su cui intervenire e sulle materie non Lep, che venerdì dovrebbe riunirsi. “Da prima che ci fosse la sentenza, noi condividiamo quello che ha detto la Corte“, ha infatti dichiarato Antonio Tajani, provocando l’irritazione dei leghisti.

Dopo l’Autonomia la battaglia su Veneto e manovra

Gli attacchi alla riforma per eccellenza del Carroccio, non fermerebbero i forzisti dall’attaccare il partito di Matteo Salvini anche sul fronte delle prossime regionali. A seguito della sconfitta del centrodestra in Emilia Romagna e Umbria, si apre ora la corsa al Veneto. Storica Regione leghista e territorio dalle enormi potenzialità, questa potrebbe essere divenuta la nuova mira degli azzurri, così come di Fratelli d’Italia.

Vittime della Strada, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

In fin dei conti, senza l’approvazione del Terzo mandato, il Carroccio sarebbe prossimo a perdere la carta vincente di Luca Zaia e di conseguenza a dover abbandonare il predominio sulla Regione del Nord-Est. Senza il Veneto, però, alla Lega rimarrebbero nel Nord Italia solamente la Lombardia e il Friuli. Uno smacco durissimo che avrebbero convinto Salvini a non gettare ancora la spugna. “Avere un candidato in Veneto è la nostra priorità” avrebbe infatti dichiarato il vicepremier, pronto a dare filo da torcere ai suoi avversari sulla questione.

Secondo scontro annunciato tra FI e Lega riguarda la Legge di Bilancio. Presentata con largo anticipo dal governo, la manovra per il 2025 rischia di incontrare un rallentamento nei passaggi in Parlamento, a causa delle migliaia di emendamenti presentati da maggioranza e opposizioni. I partiti di Tajani e Salvini sarebbero infatti pronti a chiedere tutte le modifiche del caso, spesso contendendosi i fondi limitati delle casse dello Stato.

Da un lato, infatti, Forza Italia ha assicurato di volersi concentrare sul taglio dell’Irpef per il ceto medio, sull’aumento delle pensioni minime e sulla riduzione della web tax, dall’altra la Lega vorrebbe invece che la Legge di bilancio si concentrasse maggiormente sugli emendamenti per la sicurezza, le pensioni e il taglio del canone Rai. Proprio su questa agenda, il Carroccio avrebbe iniziato a nutrire alcuni dubbi, sostenendo che il leader leghista potrebbe aver tralasciato troppo i temi economici per battaglie più legate al partito ma meno sentite dai cittadini, come quelle dei migranti e della Giustizia.

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