“L’Autonomia differenziata rappresenta un pericolo mortale per il Sud Italia e rischia di crear un Far West tra le Regioni“, sono bastate queste poche parole del vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, il vescovo Francesco Savino, a creare una nuova crepa nella maggioranza, ormai accerchiata dai detrattori della riforma che porta la firma di Roberto Calderoli. Oltre alle opposizioni, ai sindaci e ai governatori del Sud Italia, ora anche la Chiesa cattolica ha deciso di rinnovare i suoi dubbi sul provvedimento.
Il governo Meloni è insorto immediatamente con Luca Zaia e lo stesso Calderoli, pronti a difendere la tanto desiderata riforma dagli attacchi di chi non ha letto con determinata attenzione il testo e da chi a prescindere decide di attaccare le azioni del centrodestra. Se il governatore del Veneto è stato durissimo contro Savino, accusandolo di aver dato una lettura di parte al provvedimento e di voler indicare “la via sbagliata” agli elettori, nella tarda serata di ieri è stato il leader della Lega Matteo Salvini ad aprire nuovamente lo scontro.
“Sparano a zero contro l’autonomia, approvata in Parlamento e riconosciuta in Costituzione. Con tutto il rispetto, non sono assolutamente d’accordo” ha dichiarato il vicepremier leghista in riferimento alle parole di Savino, inserendosi così nella questione. La Lega stessa, con Massimiliano Romeo, era stata attaccata poche ore prima per aver dato una sorta di stop alla riforma. Voci immediatamente dissipate dal Carroccio, che ha voluto rivendicare la sua vicinanza al provvedimento. Le parole di Salvini, però, hanno aperto alle accuse del centrosinistra, che ha definito “inopportuno” il commento del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Autonomia, la Lega contro la Cei
L’attacco diretto di Matteo Salvini ai vertici della Conferenza Episcopale Italiana non è sembrata abbastanza alla Lega, che ha voluto inasprire la questione con ulteriori commenti. Alcuni parlamentari del Carroccio hanno infatti deciso di attaccare la Cei puntando sulla questione migranti. Ieri, infatti, il Papa ha dedicato parte di un suo discorso proprio alla tematica delle migrazioni, invitando l’Italia a fare di più dove è possibile. “I vescovi invitano all’accoglienza?” si chiedono quindi i leghisti, per poi affondare: “Dovrebbero essere chiari con i fedeli e dire loro quanti migranti intendono ospitare in Vaticano“.
C’è chi tra le fila della Lega si è anche domandato se il Vaticano abbia intenzione di utilizzare per la solidarietà ai migranti “i soldi dell’8×1000“, mentre altri hanno ricordato di un’indiscrezione riguardante le Ong e presunti fondi provenienti dalle offerte dei fedeli. Questi attacchi mirati, però, non hanno ottenuto alcun tipo di reazione dalla Cei. Chi ha deciso di intervenire, invece, sono gli esponenti delle opposizioni, che hanno sfruttato la situazione per criticare e screditare i loro avversari.
Le opposizioni contro la Lega
“Dilaga il nervosismo dalle parti della Lega per il successo di firme contro l’autonomia differenziata” affonda il Partito democratico, sostenendo che la strategia del Carroccio per superare la crisi sia quella di “offendere le decine di migliaia di italiane e italiani che in poche settimane, online e nelle piazze di tutto il Paese, hanno voluto manifestare con la propria firma la netta contrarietà ad una pseudo riforma, sbagliata ed ingiusta“. I dem hanno poi ritenuto scorretto anche il modo con cui Zaia avrebbe gestito il dialogo con la Cei, in cui sono state utilizzate dal loro punto di vista “parole inopportune“.
La vicecapogruppo del Pd al Senato, Beatrice Lorenzin, ha sostenuto che gli attacchi nei confronti della Conferenza Episcopale Italiana sono stati “scomposti e inopportuni“. Questi, quindi, avrebbero dimostrato come “la maggioranza sia intollerante alle critiche“. Lorenzin critica poi nello specifico la Lega, dichiarando che questa abbia utilizzato “sarcasmo da bar” per attaccare l’istituzione della Chiesa sui migranti.
Opinioni simili quelle del senatore di Italia Viva Enrico Borghi, che con durezza ha redarguito la Lega per le sue esternazioni. “L’escalation leghista contro la Cei raggiunge il suo acme. Ora è direttamente il suo leader, che deve ancora accorgersi evidentemente di essere il vicepresidente del consiglio, ad aprire un fronte diretto contro il mondo cattolico e le sue gerarchie“.
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