Nonostante l’ok definitivo del Parlamento, il disegno di legge sull’autonomia differenziata fa discutere non solo l’opposizione, ma anche le fila del centrodestra del governo Meloni. A partire dalla Lega fino ad alcuni esponenti di Forza Italia, i quali invitano a prestare attenzione ai Lep, i cosiddetti Livelli essenziali delle prestazioni.
I dubbi fanno capolino all’interno del centrodestra. Nei mesi passati il provvedimento era passato dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e modificato nella prima lettura in Senato. Nella versione finale, il ddl sull’autonomia conta ben 11 articoli che hanno recepito alcune proposte di modifica sui Lep sia dalla maggioranza di governo che dall’opposizione.
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Autonomia: il decreto legislativo
Al centro della legge vi è l’articolo 3 che riguarda la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni. La norma sancisce che per l’individuazione del Lep, il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Inoltre, l’articolo 3 prevede che i dlgs saranno adottati “su proposta del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, di concerto con i ministri competenti e previa acquisizione del parere della Conferenza unificata”. Successivamente dovranno essere trasmessi alle Camere per i pareri delle commissioni parlamentari competenti.
La norma prevede poi che i Lep dovranno sempre essere aggiornati periodicamente. Ciò per rilevare la necessità di adeguamenti tecnici figlia del mutamento del contesto socioeconomico o dell’evoluzione della tecnologia. Si parla poi delle garanzie sui fondi: Fratelli d’Italia – con l’articolo 4 – ha stabilito che dovranno essere assicurati gli stessi Lep sull’intero territorio italiano. Ciò per scongiurare qualsiasi tipo di disparità tra le Regioni.
In merito alle materie, invece, la legge ne elenca 14. Tutte sono vincolate alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni. Queste materie sono: le “norme generali sull’istruzione”, la “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”; la “tutela e sicurezza del lavoro”, l’”istruzione” e la “ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi”. E ancora: “tutela della salute”, “alimentazione”, “ordinamento sportivo”, “Governo del territorio”, “porti e aeroporti civili”, “grandi reti di trasporto e di navigazione”, “ordinamento della comunicazione”, “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” e “valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali”.
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