Aumento stipendio ministri, Giorgetti annuncia: “Se mi chiamano, vado in commissione”

"La cosa è giusta?", si chiede Crosetto, prima di rispondere negativamente, evidenziando come non abbia "particolare senso" che i ministri abbiano un trattamento diverso da quello dei loro sottosegretari; il ministro riconosce però il pericolo che uno scontro tra maggioranza e opposizione potrebbe comportare alla Legge di bilancio

Redazione
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Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha deciso di intervenire a gamba tesa all’interno del concitato scontro tra maggioranza e opposizione riguardante l’emendamento che parifica lo stipendio di tutti i ministri e i sottosegretari non parlamentari a quello dei loro colleghi con un seggio alla Camera o al Senato. L’esponente di Fratelli d’Italia è consapevole che i punti di vista contrari delle due parti potrebbero rischiare di inficiare l’approvazione della Legge di bilancio, almeno nei tempi brevi auspicati dall’esecutivo. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha sostenuto di essere disponibile a recarsi in commissione Bilancio per discutere, ma solo nel caso in cui venisse richiesta la sua presenza.

Per questo, quindi, ha deciso di utilizzare il suo profilo ufficiale su X per annunciare la decisione sua e dei suoi colleghi di chiedere il ritiro dell’emendamento. “È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche“, ha infatti dichiarato il ministro, sottolineando come finora non vi è stato bisogno di apporre modifiche alla questione e come, quindi, gli stipendi dei ministri rimarranno uguali a quelli attuali. “La cosa è giusta?“, si chiede poi Crosetto, prima di rispondere negativamente, evidenziando come non abbia “particolare senso” che i ministri debbano avere un trattamento diverso da quello dei loro sottosegretari.

Finora, però, non è importato a me o ai miei colleghi“, sentenzia quindi il titolare del ministero della Difesa, spiegando quindi dove risiedano le motivazioni per la richiesta del ritiro dell’emendamento. Crosetto ha poi deciso di sfruttare la situazione per cercare di avviare una riflessione, ricordando come ad oggi tale situazione non sarebbe presente in nessun’altra professione. Non è comprensibile che due persone che fanno lo stesso lavoro, nella stessa organizzazione, abbiano trattamenti diversi, per chi fa politica però deve essere messo in conto“, ha infatti voluto mettere in luce il ministro.

Intanto, i lavori sulla manovra proseguono con i consueti ritardi. La commissione Bilancio chiuderà i lavori questa mattina, dopo un fine settimana carico di tensioni e di scontri che sembrano anticipare un passaggio in Aula piuttosto concitato. Il timore, al momento, è che le opposizioni possano decidere di ostacolare la fine delle discussioni, rischiando quindi di non dare mandato al relatore prima delle comunicazioni del premier in vista del Consiglio europeo, come invece auspicato.

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Le parole del ministro della Difesa hanno scatenato la reazione di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha deciso di cavalcare l’onda e unirsi al coro per la richiesta del ritiro dell’emendamento. “Ogni minuto in più su questo emendamento è perso. Fate ridere: in Italia la gran parte dei contratti è fermo, non un minuto in più su queste stupidaggini“, ha infatti dichiarato il capogruppo Marco Grimaldi in commissione Bilancio alla Camera, chiedendo poi a gran voce il ritiro immediato della proposta di modifica alla Legge di bilancio.

Il nodo sarebbe nato lo scorso venerdì, quando in commissione è stato presentato l’emendamento che includeva la richiesta di un innalzamento dello stipendio dei ministri e dei sottosegretari non eletti, in modo che questo fosse equiparato a quello dei loro colleghi con un seggio in Parlamento. Una proposta che ha indignato il centrosinistra, che ha quindi dato avvio a proteste e dichiarazioni pubbliche di sdegno.

La segretaria del Pd Elly Schlein sull'Autonomia
La segretaria del Pd Elly Schlein sull’Autonomia

L’ultima è stata quella della segretaria del Pd, Elly Schlein, che in commissione ha dichiarato duramente: “Aumentano lo stipendio dei ministri di 7mila euro, invece agli infermieri viene aumentato solo di 7 euro al mese. Per voi il lavoro dei ministri vale mille volte quello degli infermieri che si prendono cura degli altri?“.

Ad aggravare la situazione, e il significato delle parole della leader democratica, il voto contrario sull’emendamento unitario delle opposizioni, firmato da tutti i leader, in cui erano richiesti maggiori fondi per il Sistema Sanitario Nazionale. Una sconfitta che è stata però in parte sanata dall’approvazione all’unanimità della riformulazione di un emendamento delle opposizioni che rifinanzia con un ulteriore milione di euro dal 2025 il reddito di liberà, al fine di rendere emancipate e indipendenti economicamente le donne vittime di violenza nel Paese.

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