Giorgia Meloni è salita sul palco di Atreju tra le ovazioni e gli applausi di una platea che ormai dall’8 dicembre attendeva l’arrivo del Presidente del Consiglio e che ha dovuto pazientare qualche minuto di più a causa di un malore tra il pubblico, che ha ritardato l’inizio dell’interno del premier.
La leader di FdI ha ovviamente portato con sé il sarcasmo e l’ironia che la caratterizzano, decidendo di ringraziare tutti i presenti ad Atreju, ma soprattutto sua sorella Arianna che “tra la nomina di un astronauta e di un amministratore delegato di una multinazionale, tra la foga di dover piazzare amicizie e parenti, pure gente che non conosce, in ogni anfratto dello Stato italiano, ha trovato pure il tempo di organizzare Atreju“.
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Le risate della platea, seguite dagli ormai scontati applausi, hanno dato manforte al Presidente del Consiglio che ha proseguito il suo discorso, ricordando come dall’ottobre del 2022 il suo governo sia riuscito ad allontanare da sé le critiche e le sentenze delle opposizioni, che avevano divinato scenari catastrofici per l’Italia intera. “In molti hanno scommesso contro il nostro fallimento, ma hanno puntato contro il cavallo sbagliato“, ha sentenziato il premier, sostenendo che grazie al suo esecutivo, invece, l’Italia è tornata a correre e “da osservato speciale è divenuta un modello“.
Meloni ha poi sfruttato il palco di Atreju per ribadire che all’interno del centrodestra non esistono fratture di alcun tipo, al contrario delle voci che negli ultimi mesi hanno iniziato a circolare. “La stabilità della maggioranza è il segnale della discontinuità con il passato“, ha infatti sottolineato il premier, aggiungendo che ogni membro del centrodestra è consapevole di quali siano il suo ruolo e le sue responsabilità e proprio ciò permetterà al governo di “arrivare compatti fino alla fine della legislatura“.
Meloni: “Deludere la sinistra è il nostro sport preferito“
Il presidente del Consiglio ha poi proseguito il suo intervento, concentrandosi sugli attacchi che negli ultimi mesi le opposizioni hanno rivolto nei confronti del suo governo. “Rispondiamo con i fatti agli uccelli del malaugurio” ha dichiarato convinta il premier, sostenendo che ogni volta che il partito è stato stato dato per spacciato questo è riuscito a risollevarsi da solo, prendendo in mano il suo destino.
“Pessimismo, benaltrismo, tafazzismo, la tendenza a piangerci addosso sono i principali nemici dell’Italia“, ha aggiunto Meloni, sostenendo che ora è arrivato il momento di liberarsene perché “se non siamo noi per primi a credere in noi stessi non possiamo farcela“. Allo stesso tempo però, non è necessario neanche festeggiare in modo troppo esagerato, perché “avere il potere non significa avere tutto in discesa, sappiamo che c’è una salita, che non c’era da festeggiare ma da lavorare“.
Meloni ha quindi ricordato i successi che il lavoro del centrodestra avrebbe portato all’Italia, non risparmiando accuse contro la segretaria del Pd, Elly Schlein. Uno dei temi più delicati è quello della sanità, su cui lo scontro tra maggioranza e opposizioni è ancora aperto. Il premier, però, non ha dubbi e sostiene che “con questo governo c’è lo stanziamento per la sanità più alto di sempre“, per poi aggiungere che se il centrosinistra continua a sostenere il contrario allora “la calcolatrice serve a loro“.
La leader di Fratelli d’Italia ha poi evidenziato l’aumento dei posti di lavoro che si sarebbe verificato in Italia dall’inizio del suo governo, sottolineando come “il milione di posti di lavoro in più avrebbe reso fiero Silvio Berlusconi, che ne aveva fatto una bandiera“. Proprio sulla questione lavoro, poi, Meloni si rivolge a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, evidenziando come questo abbia “utilizzato toni che non hanno precedenti nella storia sindacale italiana“, ma solamente perché con essi doveva coprire “la sua mancanza di argomenti” in relazione agli scioperi nel Paese.
Meloni: “I centri in Albania funzioneranno“
Giorgia Meloni si è poi concentrata sulle novità e sugli obiettivi che la maggioranza affronterà nei prossimi due anni di governo. Al centro delle riflessioni risultano ovviamente la riforma del Premierato e il Protocollo Italia-Albania, entrambi argomenti che hanno scatenato diverse polemiche. “I centri in Albania funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano“, ha sostenuto il Presidente del Consiglio, ricordando l’importanza che l’iniziativa da sempre porta con sé.
Secondo il premier, i due centri albanesi diverrebbero un deterrente per la tratta di esseri umani e uno stop significativo alla mafia e anche per questo lo stop a questo tipo di iniziativa diventerebbe un aiuto a questi malviventi e non all’Italia o ai migranti stessi. “Non sono io il nemico, io sono una persona perbene“, ha poi tuonato Giorgia Meloni, alzando il tono di voce e scatenando gli applausi della platea. Quando la situazione è tornata alla normalità, Meloni ha poi ricordato come il 2025 “sarà l’anno delle riforme“, in cui l’esecutivo si concentrerà sulla riforma del premierato, sull’Autonomia differenziata, sulla riforma fiscale e sulla riforma della giustizia.
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