Il Tribunale di Roma ha condannato a otto mesi di reclusione il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. La pena è stata sospesa, ma per Delmastro è stata applicata anche l’interdizione dai pubblici uffici per un anno.
Nonostante la condanna, Delmastro ha annunciato di non avere intenzione di dimettersi. “Spero ci sia un giudice a Berlino, ma non mi dimetto”, ha dichiarato subito dopo la sentenza, citando un’espressione di origine tedesca che indica la speranza in una giustizia superiore. Il sottosegretario ha poi sostenuto che quella subita sia una “sentenza politica che, in quanto tale, si commenta da sola“.
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Delmastro in un post su Facebook ha poi rivendicato la volontà di proseguire il percorso avviato sul tema della riforma della Giustizia, nonostante gli ostacoli che sta incontrando sul percorso. “Da domani avanti con le riforme per consegnare ai nostri figli una giustizia diversa“, ha infatti scritto convintamente.
Anm: “Esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza”
L’Associazione nazionale magistrati (Anm) è intervenuta per criticare duramente le reazioni della politica italiana nei confronti della sentenza di Andrea Delmastro. Utilizzando un aggettivo già scelto dal premier, i magistrati hanno dichiarato di essere “sconcertati” dalla decisione del potere esecutivo di “attaccare un giudice per delegittimare una sentenza“.
La maggioranza di governo ha infatti sostenuto che la decisione del Tribunale di Roma sarebbe una “sentenza politica“, mentre lo stesso Delmastro ha dichiarato al Corriere della Sera che “il collegio era fortemente connotato dalla presenza della Magistratura democratica“, ovvero la corrente di sinistra dei magistrati.
L’Anm ha poi ripreso un’espressione del ministro della Giustizia, dicendosi “disorientata” dal fatto che Nordio abbia auspicato la riforma di una sentenza di cui al momento non esiste ancora il dispositivo. In conclusione l’Associazione ha sostenuto che quanto dichiarato ieri è “grave” e “non consono alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri” e quindi un rischio che potrebbe minare la fiducia nelle istituzioni democratiche.
La sentenza e la reazione politica
La decisione è arrivata dopo poco più di un’ora di camera di consiglio da parte dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma. I giudici hanno riconosciuto a Delmastro le attenuanti generiche e respinto le richieste di risarcimento avanzate da quattro parlamentari del Partito Democratico, costituitisi parte civile.
In aula era presente lo stesso Delmastro, che ha seguito la lettura della sentenza. La procura, rappresentata dai pm Paolo Ielo e Rosalia Affinito, aveva richiesto l’assoluzione del sottosegretario, ma il tribunale ha deciso diversamente.
Tra i primi a commentare la decisione dei giudici del Tribunale di Roma, il premier Giorgia Meloni, che si è detta “sconcertata“. Il Presidente del Consiglio ha poi chiesto se “il giudizio sia realmente basato sul merito della questione“. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha invece affermato di essere “disorientato e addolorato” ma di confidare in una riforma della sentenza in sede di impugnazione.
Dal centrodestra è giunto un coro di vicinanza e solidarietà, con diversi esponenti che hanno dichiarato apertamente di attendere un esito diverso dalla sentenza. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito la sentenza “una decisione priva di fondamento giuridico” e “una scelta politica“, in quanto rappresenterebbe un segnale contro la riforma della Giustizia.
Durissime le parole di Matteo Renzi, che ha dichiarato che dal suo punto di vista la sentenza di oggi non cambia nulla. “Per me Delmastro era incapace di fare il sottosegretario alla Giustizia anche prima della (nuova) condanna“, ha sostenuto, per poi chiosare: “Uno con la sua storia è un perfetto sottosegretario alla giustizia solo nella Repubblica delle Banane“.
Schlein ha invece definito la classe politica del governo Meloni “inadeguata“, chiedendo a gran voce che il premier faccia dimettere il sottosegretario, per poi aggiungere che le dichiarazioni del centrodestra sono “eversive“. A rincarare la dose è poi intervenuto il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che non si è detto sorpreso delle mancate dimissioni di Delmastro. “La principale colpevole di questo grave andazzo è Meloni che chiedeva le dimissioni di tutti dall’opposizione“, ha aggiunto.
Il caso Cospito e le accuse a Delmastro
La vicenda giudiziaria di Delmastro è legata al caso di Alfredo Cospito, anarchico in regime di 41 bis, il cui trattamento carcerario ha suscitato un ampio dibattito politico e mediatico. Secondo l’accusa, Delmastro avrebbe rivelato informazioni riservate sul detenuto, violando il segreto d’ufficio. La questione aveva generato forti polemiche nel mondo politico e nell’opinione pubblica.
Cosa succede ora?
La condanna, seppur con pena sospesa, potrebbe avere ripercussioni politiche significative. Le opposizioni hanno già chiesto con forza le dimissioni del sottosegretario, sottolineando l’inopportunità di mantenere un ruolo di governo dopo una condanna per un reato così delicato. Tuttavia, Delmastro ha ribadito la sua intenzione di restare al suo posto, confidando nei successivi gradi di giudizio.
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