Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, ministri rispettivamente dell’Interno e della Giustizia, informeranno il Senato domani pomeriggio alle 15:30 sulla vicenda di Njeem Osama Almasri, il generale libanese ricercato dalla Corte penale internazionale e rilasciato dall’Italia lo scorso 21 gennaio. La notizia è stata confermata a seguito della conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ed è stato anche annunciato che l’informativa sarà trasmessa in diretta Tv. Alle 12:15, invece, si terrà l’audizione alla Camera, che però non sarà mandata in onda.
“Sarà la diretta Tv meno vista della storia“, ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, criticando aspramente la richiesta delle opposizioni, che avrebbero protestato anche riguardo alla mancata messa in onda dell’informativa alla Camera. Ormai da giorni, il centrosinistra continua a chiedere che il premier Giorgia Meloni risponda alle loro domande, presentando in Parlamento per un’informativa sul caso.
Il Presidente del Consiglio ha invece chiarito il suo punto di vista tramite un videomessaggio registrato e pubblicato sui social per denunciare l’arrivo di un avviso di garanzia a suo carico riguardante le accuse di “favoreggiamento” e “peculato” in relazione al rilascio di Almasri. Il capo dello Stato ha chiarito che il cittadino libanese è stato liberato a causa di un cavillo burocratico, riferito alle modalità dell’arresto, e che, in quanto ritenuto un soggetto pericoloso, è stato riportato in Libia con un volo di Stato.
Almasri, la rabbia delle opposizioni
Continuano intanto le proteste delle opposizioni che chiedono a gran voce, ormai da giorni, che a riferire al Parlamento sia lo stesso Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Durissime le parole di Matteo Renzi, leader di Iv, che ha sostenuto che “questa informativa dovevamo farla una settimana fa“. L’ex sindaco di Firenze ha poi affondato contro il governo, sostenendo che “Meloni scappa” ed è in grado di fare la coraggiosa solamente “su Instagram“.
Le parole di Renzi sono state sostenute dalla protesta del Partito democratico, che sottolinea come ormai da un anno e mezzo non si sia verificato un Premier time al Senato e come a metà legislatura “la presidente sia venuta solo una volta“. Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, ha poi evidenziato come il “ritardo di 15 giorni rispetto ai fatti” stia creando un certo “imbarazzo“.
